Oltre al rimpatrio degli italiani contemporaneamente abbiamo un'”accelerazione” del “ponte aereo umanitario” dei cittadini afghani che collaboravano con l’Italia e “mi sento di dire anche di tutti coloro che ora sono in condizioni di necessità”. A riferirlo è il Colonnello Diego Giarrizzo, direttore del Joint Operation Center del Comando vertice operativo interforze, mentre attende l’arrivo di un altro aereo con a bordo connazionali e collaboratori dall’Afghanistan. “L’impegno – ha aggiunto – è massimo per portare il maggior numero di cittadini afghani possibile. Collaboratori e persone che hanno bisogno. Molto dipende dalle condizioni di sicurezza che troviamo in aeroporto”.
“A Kabul abbiamo una task force di evacuazione composta da decine di militari (circa 1500 ndr) – ha continuato – Il ponte aereo viene fatto con velivoli c-130 sulla tratta Kabul-Kuwait, successivamente Roma Fiumicino con un altro areo”. “Quando terminerà? Fin quando saremo in grado e le condizioni di sicurezza lo permetteranno continueremo a portare in Italia cittadini afghani – ha concluso – il numero iniziale di persone (da portare in Italia ndr.) era di diverse centinaia di persone, ma sta incrementando perché c’è sempre più bisogno”.