I dati dell'Autorità bancaria europea si fermano al 2019 anno in cui l'Italia ha mostrato l'incremento più forte tra i dirigenti bancari che guadagnano oltre un milione di euro. Sono aumentati del 17% a fronte del + 0,5% dell'intera Ue. Incide la Brexit che ha provocato un esodo di profili di alto livello dalla City verso le altre capitali
Bisognerà attendere l’anno prossimo per sapere se la pandemia ha avuto qualche impatto sulle super buste paga dei banchieri italiani. I dati diffusi oggi dall’Autorità bancaria europea /Eba) si fermano infatti al 2019. Sino a quel momento i mega stipendi risultavano in crescita, in particolare in Italia. Va riconosciuto che il 2019 è stato un buon anno per le principali banche italiane con i titoli di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm etc, protagonisti di rialzi a doppia cifra. Persino Mps aveva chiuso l’anno con rialzi di oltre il 30%. Certo l’anno è stato funestato dal caso Carige, sospeso dalle contrattazioni dopo il commissariamento deciso dalla Banca centrale europea, ma nel bilancio complessivo dell’anno l’istituto genovese appariva più come una mela marcia. In Italia gli ‘high earners’, ossia i dirigenti che guadagnano più di un milione di euro l’anno, sono aumentati del 17% passando da 206 a 241 che si sono spartiti un monte stipendi di 419 milioni di euro. A livello europeo invece i banchieri milionari sono rimasti “sostanzialmente stabili”, aumentando di un modesto 0,5% a 4.963, di cui il 70,9%, pari a 3.519, concentrato nel Regno Unito. L’aumento dei banchieri ‘a sei zeri registrato in Italia è il più consistente tra i grandi Paesi europei.
È superiore a quello rilevato sia in Germania (+9,3% a 492) che in Francia (+15,4% a 270) e si confronta con il calo avvenuto in Gran Bretagna (-2,6% a 3.519), collocando il nostro Paese al quarto posto per numero di ‘high earners’, davanti ai 163 dirigenti spagnoli. “L’aumento degli ‘high earners’ nell?Europa continentale è frutto principalmente dell’impatto del ricollocamento dello staff dalla Gran Bretagna nella Ue a 27 come effetto della preparazione della Brexit”, rileva l’Eba. “In aggiunta, per alcune banche, i buoni risultati finanziari complessivi, particolarmente nel corporate banking, e le ristrutturazioni e il consolidamento in corso, che ha portato a buonuscite più alte del solito, hanno giocato un ruolo importante”
Il compenso medio dei banchieri italiani, pari a 1,74 milioni di euro, è allineato a quello dei colleghi di Francia e Germania ma inferiore a quello di Spagna (2,3 milioni) e Gran Bretagna (2,07 milioni). Nel complesso tra il 2010 e il 2019 sono oltre 1.500 i nuovi cedolini a sei zeri elaborati dalle banche della Ue a favore dei propri top manager (+42%, da 3.427 a 4.963). Più della metà degli assegni milionari (2.535) finisce nelle tasche di persone che lavorano nell’investment banking.
La gran parte banchieri ha ricevuto un compenso compreso tra 1 e 2 milioni di euro. La retribuzione più alta è finita a un banchiere della City, che ha incassato 64,8 milioni di euro, il compenso più alto registrato dal 2014, quando l’Eba ha iniziato a scomporre i dati per fasce. L’incidenza della parte variabile della retribuzione su quella fissa è stata nel 2019 del 129%, in calo dal 139% del 2018. La correlazione del peso dei bonus rispetto al roe (ritorno sul capitale) viene definita “moderata” dall’Eba e “persino leggermente negativa” in rapporto alla redditività.