Calcio

Sequestrato di nuovo lo stadio Paolo Mazza di Ferrara: le perizie hanno rilevato ancora criticità, nove persone denunciate

La Guardia di finanza ha messo i sigilli alla tribuna 'Est’ e alla gradinata 'Nord’: un anno dopo le primi indagini e nonostante i lavori, dalle verifiche sono emerse irregolarità. I finanzieri hanno denunciato tecnici e titolari/responsabili delle imprese che hanno ampliato l'impianto. La Spal resta senza casa, ma anche il Venezia perde la sede scelta per l'esordio in Serie A nel caso in cui i lavori al Penzo non siano finiti

Lo stadio Paolo Mazza di Ferrara finisce nuovamente sotto sequestro. Questa mattina la Guardia di Finanza ha messo i sigilli a una parte dell’impianto, casa della Spal – che ora milita in serie B – ma anche la sede individuata dal Venezia per il suo esordio “casalingo” in Serie A, previsto per il 19 settembre, nel caso in cui i lavori al Penzo sull’isola di Sant’Elena non siano ancora terminati. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del tribunale di Ferrara su richiesta della pm Barbara Cavallo. Parte dello stadio era già stata sequestrata a luglio 2019, per presunte irregolarità nelle procedure di collaudo dei lavori di ampliamento del 2018, dopo la promozione della Spal in Serie A. Poi il dissequestro, subordinato a lavori. Nuove perizie, si legge nel comunicato della Finanza, hanno rilevato “una serie di criticità delle strutture oggi sottoposte a sequestro e ribadito tutte le non conformità già rilevate in sede di consulenza preliminare”. Al termine delle indagini, i finanzieri hanno denunciato nove tra tecnici e titolari/responsabili delle imprese che hanno ampliato il nuovo stadio: le accuse sono frode in pubbliche forniture e falsi in progetto e collaudi.

Le parti dello stadio nuovamente sotto sequestro sono tutta la tribuna ‘Est’ e la copertura della gradinata ‘Nord’ dello Stadio comunale. Dopo la promozione nel 2017, la vicenda inizia con la permanenza della Spal in Serie A nel campionato di calcio 2018/2019 e la conseguente necessità, allora, di ampliare lo stadio fino a una capienza di 16mila posti. Dopo alcuni mesi dalla fine dei lavori, una delle imprese sub-appaltatrici coinvolta nell’esecuzione delle opere inviò a Spal, Prefettura, Questura, Coni e Comune di Ferrara una diffida all’utilizzo delle strutture in relazione ad alcune “criticità severe nella esecuzione delle procedure di montaggio tali da esporre gli spettatori a pericoli reali e sussistenti”.

Partirono le indagini delle fiamme gialle, che evidenziarono irregolarità nell’esecuzione dei lavori rispetto alle norme vigenti, con particolare riferimento alla normativa antisismica. Di qui il sequestro probatorio a luglio 2019. Il consulente della Procura ferrarese già allora evidenziava nella sua relazione preliminare elementi di criticità strutturale e di non conformità nella tribuna ‘Est’ e nella gradinata ‘Nord’ dello stadio Mazza. Per questo motivo, sottolineava la necessità di predisporre, con tempestività e urgenza, un progetto esecutivo sulla messa a norma della struttura.

Così un mese dopo, agosto 2019, la Procura dispose il dissequestro della struttura segnalando alle autorità competenti la necessità di una importante serie d’interventi stimato in circa 600mila euro. Tuttavia da successive perizie del consulente tecnico della Procura è emerso che tali interventi sono stati “realizzati solo in minima parte e ritenuti non pienamente efficaci al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza” e che “le verifiche sono da ritenersi tuttora non soddisfatte“. “Ciò significa che il margine di sicurezza stabilito dalle norme non è garantito – conclude il comunicato della GdF di Ferrara – con conseguente rischio per l’incolumità pubblica superiore a quello ritenuto accettabile dalle norme medesime”.