“Da una parte sono felice, dall’altra sono triste perché Zahra è una sola e, così come lei, ci sono 16 milioni di donne. Se poi aggiungiamo anche i bambini, il numero raddoppia e se aggiungiamo gli uomini ci saranno altri numeri. C’è una totale disperazione“. così Ahmed, il fratello dell’attivista afghana Zahra Ahmadi all’aeroporto di Fiumicino in attesa della sorella, arrivata in Italia grazie a un ponte aereo della Difesa. “Sono felice di quello che ha fatto il governo italiano per me – ha aggiunto – e ringrazio tutto il team italiano qui e a Kabul”, sottolineando che c’è il dovere di aiutare gli altri. “Cosa sta dicendo la stampa? Voglio dire che non sono colpevoli solo gli Stati Uniti, tutti lo sono. Ma il popolo del mondo vuole darci una mano“, ha continuato, sottolineando il gran numero di telefonate ricevute negli ultimi giorni da parte di persone che vogliono aiutare, ospitando cittadini afghani. “Ma non c’è un coordinamento – ha concluso – spero che questo coordinamento parta”.
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