Sono in aumento le ospedalizzazioni: 460 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in aumento di 18 unità nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi covid nei reparti ordinari sono 3.627, rispetto a ieri sono 68 in più
I numeri – Sono 7.260 i positivi ai test individuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri erano stati 7.162. Le vittime registrate sono 55 in un giorno, in leggera diminuzione rispetto alle 69 di ieri (di cui 24 per il ricalcolo della Sicilia). Mentre sono 206.531 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati, in leggera diminuzione rispetto a mercoledì quando ne erano stati processati 226.423. Di conseguenza il tasso di positività è del 3,5%, stabile rispetto al 3,1% del giorno precedente. Per quanto riguarda le ospedalizzazioni sono 460 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid, in aumento di 18 unità nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 40 (ieri erano 50). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.627, rispetto a ieri sono 68 in più. Tornano, dunque, sopra quota 130mila gli attuali positivi al Covid in Italia, 130.502 per l’esattezza. Di queste 126.415 sono in isolamento domiciliare. I guariti sono 5.465 nell’ultimo giorno, per un totale che supera i 4,2 milioni da inizio pandemia (4.204.869). È quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute.
Distribuzione geografica – La regione che nelle ultime 24 ore ha registrato il maggior incremento di nuovi casi è ancora una volta la Sicilia (1.377), seguita da Toscana (844) e Campania (647). Subito dopo si posizionano la Lombardia (627), Veneto (588), Emilia Romagna (576), Lazio (548), Sardegna (451), Piemonte (254), Calabria (231), Puglia (217), Liguria (212), Marche (208), Abruzzo (154) e Umbria (104). Le restanti regioni hanno numeri inferiori alle 100 unità ma nessuna regione è covid free. Il minor incremento di nuovi casi si registra in Valle d’Aosta (11).
Passaggio in zona gialla – Secondo quanto si apprende, probabilmente domani non ci sarà alcuna ordinanza per il passaggio di fascia delle regioni. La regione maggiormente a rischio per un passaggio in giallo sembrava la Sicilia che oggi però ha fatto registrare una stabilità nei valori (10% intensive e 17% area medica, superiore alla soglia stabilita del 15%). La regione era rimasta per 4 giorni ferma al 9% per le rianimazioni. A rischio anche la Sardegna che, stando agli ultimi dati Agenas, tocca il 10% (+1%) nelle rianimazioni e l’11% (+1%) nei reparti. E si mantiene alto il numero dei casi per 100mila abitanti: in Sardegna 147,9 tra il 9 e il 15 agosto e 55,9 (oltre la soglia dei 50 casi che delimita la fascia bianca) tra il 16 e il 18 agosto. Il faro principale però è puntato sui ricoveri: “Il problema della pressione dei ricoverati nei reparti è concentrato per l’80% nel sud Sardegna – spiega all’ANSA il commissario straordinario Aresa-Ats Massimo Temussi – mentre è meno evidente nel nord dell’Isola dove è operativo attualmente un unico Dea di secondo livello al SS. Annunziata di Sassari e un reparto di degenza ordinaria al Mater Olbia con 20 posti più fino a 8 posti attivabili in terapia intensiva”.
L’Analisi – Per comprendere l’andamento della pandemia bisogna confrontare i dati raccolti nell’ultima giornata con quelli dello stesso giorno della settimana scorsa (giovedì 12 agosto). Si evince che con un numero inferiore di test processati (206.531 vs 216.969) i nuovi casi si attestano comunque su cifre simili (7.260 vs 7.270). Sono aumentati, invece, i decessi (55 vs 30), gli ingressi in terapia intensiva (40 vs 37) e i ricoveri (+68 vs +27). Registrano un incremento anche i numeri relativi ai guariti (5.465 vs 4.715). Ciò significa che, seppure a velocità sostanzialmente stabile, il virus continua a diffondersi. Evidenza che emerge meno, invece, nell’analisi dei numeri da lunedì a giovedì, in parallelo con gli stessi giorni della settimana precedente. Probabilmente anche a causa del weekend di Ferragosto che ha fatto registrare un minor numero di tamponi e di conseguenza anche un minor numero di nuovi casi. Anche se, a fronte di un numero inferiore di tamponi (745.048 vs 791.638), si registra un decremento di casi di sole 705 unità ( 23.369 vs 24.074). Continua a salire invece il numero dei decessi (202 vs 114), di ingressi in terapia intensiva ( 171 vs 142) e di ricoveri in reparti ordinari (+465 vs +344).