Ore decisive in casa 5 stelle per la scelta della candidata sindaca che correrà alle amministrative di Milano. Dopo che è tramontata l’alleanza con Beppe Sala al primo turno, il neo Movimento di Giuseppe Conte cerca una sintesi che sia condivisa all’interno e che al tempo stesso possa rilanciare la presenza del M5s al Nord. Al momento l’ipotesi più accreditata e sostenuta dallo stesso ex premier, è quella di proporre un ticket: la candidata sindaca sarebbe Layla Pavone, manager e componente del cda Seif che edita il Fatto quotidiano; mentre come capolista verrebbe indicata Elena Sironi, già consigliera del municipio 4 e avvocata. Un modo per conciliare le spinte della base con il rinnovamento chiesto da Giuseppe Conte (e sostenuto dalla maggior parte dei parlamentari lombardi). Pavone è tra le donne italiane più importanti nel mondo del web: si autodefinisce una “pioniera” di internet e guida il principale incubatore italiano di Start Up digitali. Fa anche parte del consiglio direttivo di Italia Startup, Associazione che rappresenta tutto l’ecosistema delle startup nel nostro Paese.
Nell’assemblea di ieri sera, la proposta di ticket è stata presentata agli attivisti e le trattative hanno fatto un altro passo avanti, ma la partita è ancora aperta. Sironi infatti era stata indicata dalla base di Milano l’11 agosto scorso come candidata sindaca e ora dovrebbe accettare di fare un passo indietro. Ma soprattutto a digerire la mediazione dovrebbero essere gli attivisti che, solo una settimana fa, in una nota, si sono esposti compatti in sostegno della consigliera: “Dichiariamo con soddisfazione che il gruppo di Milano è pronto, coeso, entusiasta e consapevole di aver fatto la propria parte”. A chiedere di rivedere la posizione sono sia Conte che gli eletti del territorio e per questo le trattative vanno avanti senza sosta. “L’obiettivo è arrivare a un’intesa entro lunedì al massimo“, fanno sapere.
Per i 5 stelle la città di Milano è da sempre un punto debole: anche se qui è nato il primo Meetup e qui è stato fondato il Movimento nel lontano 2009, il M5s non è mai riuscito a sfondare. E anzi ora è una delle zone dove soffre maggiormente. In consiglio comunale ad esempio, due consiglieri M5s su tre hanno lasciato in segno di protesta: prima Simone Sollazzo e poi, a giugno scorso, Patrizia Bedori. Quest’ultima, che cedette il posto di candidata sindaca al collega Gianluca Corrado, se ne è andata mettendo sotto accusa l’intera comunità che ha “tradito i suoi valori”. Corrado poi, l’unico rimasto in consiglio come M5s, è stato protagonista dell’ultimo scontro tra i 5 stelle milanesi: ha cancellato la pagina Facebook del Movimento, come rivelato dal Corriere, venendo sommerso dalle accuse degli attivisti.
Insomma i malumori nel gruppo delle origini del M5s a Milano sono tanti e anche per questo Conte vorrebbe dare un segnale di discontinuità. La settimana scorsa l’ex premier ha inviato una lettera al quotidiano di via Solferino per posizionarsi in vista delle prossime amministrative. E ha ammesso che “il M5s ha commesso errori su Milano e il Nord Italia”, ma soprattutto li ha riconosciuti come “tasselli decisivi” del suo nuovo progetto. Il piano dell’ex premier è quello di far diventare il M5s un interlocutore solido anche in Lombardia. Anche perché se l’alleanza giallorossa non è riuscita a trovare un’intesa su Milano per il primo turno elettorale, in tutte le altre fasi (dall’eventuale ballottaggio alla formazione della futura giunta) i 5 stelle vogliono farsi trovare nella posizione di poter rivendicare un posto al fianco dei democratici.