“Green pass nelle mense aziendali? Noi della Cgil, insieme a Cisl e Uil, proprio ieri abbiamo chiesto ai ministri Speranza e Orlando un incontro, perché consideriamo un errore pensare che le mense aziendali siano equiparabili ai ristoranti. Ricordo però che queste posizioni Cgil, Cisl e Uil le hanno espresse già al presidente del Consiglio, quando furono convocate il 2 agosto”. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “Ma cos’è quest’estate”, su Radio24, dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che sottolinea: “Voglio essere chiaro: noi siamo perché le persone si vaccinino, anzi la vera discussione che nel nostro Paese si dovrebbe fare è un’altra. Come prevede la Costituzione di fronte a un’emergenza sanitaria di questa natura, è necessario un provvedimento su un trattamento sanitario che diventi obbligatorio. Ma di questo si devono assumere la responsabilità il governo e il Parlamento. Usare surrettiziamente il green pass nelle mense, quando le persone al lavoro ci vanno senza green pass e poi per mangiare non hanno il diritto se non senza il certificato, è un errore che secondo noi va corretto”.
Landini spiega: “Vorrei far notare che negli alberghi e in tutti i luoghi di villeggiatura il green pass non è previsto, quindi c’è anche la contraddizione per cui un lavoratore, che si è fatto una settimana di vacanza in albergo dove non c’era il green pass, torna in azienda e si trova il green pass nella mensa. Tra l’altro, in questo anno e mezzo, grazie ai protocolli di sicurezza, le mense sono luoghi molto sanificati e protetti: ci sono i plexiglass, i turni, nonché tutte le protezioni necessarie che hanno impedito che qualsiasi mensa diventasse un focolaio. Quindi, il green pass in mensa è una forzatura perché in questo modo si sta mettendo in discussione il diritto alla mensa e si introducono delle divisioni inutili tra i lavoratori”.
Il sindacalista elenca le altre richieste rivolte da Cgil, Cisl e Uil al governo: “Stiamo chiedendo che anche i tamponi debbano essere considerati un elemento di protezione, come le mascherine e le sanificazioni, e quindi, come tali, debbano essere gratuiti, non a carico del lavoratore. Trovo infatti singolare che nei provvedimenti fatti sulla scuola e sulle mense si legge che devono essere i lavoratori, in linea teorica, a pagare i tamponi. Ricordo che finora tutti i tamponi fatti nelle imprese non sono mai stati messi a carico dei lavoratori. Vorremmo quindi che si trovasse una soluzione intelligente per garantire il diritto al lavoro e allo stesso tempo la sicurezza – continua – In più, se si vuole estendere davvero la vaccinazione, è il momento di fare una campagna straordinaria di informazione che tolga qualsiasi paura e qualsiasi disinformazione che c’è stata. Per questa ragione, chiedo a tutte le associazioni imprenditoriali di mettere a disposizione a settembre 2 ore aggiuntive di assemblea in modo che in tutti i luoghi di lavoro si possa discutere sia per allargare le vaccinazioni, sia per ragionare su come si rafforza la salute e la sicurezza, visto che purtroppo, nonostante le mascherine e le vaccinazioni, si continua a morire sul lavoro”.
Landini chiosa: “Noi non siamo mai stati contro il green pass. Ricordo che il governo ha preso un provvedimento nella sanità facendo una legge per tutti gli operatori sanitari. Peraltro è l’unico provvedimento obbligatorio di legge che ha fatto. E nessuno di noi ha detto nulla. Quando si è arrivati ad affrontare i problemi della scuola e delle mense, abbiamo detto sostanzialmente che, siccome il green pass lo puoi avere sia con due dosi di vaccino, sia se sei guarito dal covid, sia se hai fatto un tampone, se allora il green pass diventa la condizione per poter lavorare e usare un servizio, è singolare che il tampone se lo debba pagare il lavoratore – conclude – Se governo e Parlamento aprono una discussione che la nostra Costituzione prevede per arrivare a un obbligo vaccinale, noi siamo disponibili e favorevoli a questo dibattito. Ma sono governo e Parlamento che si devono assumere questa responsabilità, perché così dice la Costituzione. In ogni caso, anche nell’ipotesi in cui riuscissimo a vaccinare tutti, non si può abbassare la guardia sul problema delle protezioni individuali, perché sappiamo tutti che c’è una serie di problemi ancora irrisolti, come i trasporti pubblici locali. E soprattutto vorremmo poter discutere non solo di green pass, ma anche di tanti altri problemi ancora in ballo, come gli investimenti e le riforme”.