Il 18 agosto Ilfattoquotidiano.it ha rilanciato l’appello di Giuseppe, un ragazzo che ha ritrovato una bottiglia di vetro con un messaggio al suo interno che lo aveva colpito tanto da volersi mettere in contatto con Ettore, l’autore 13enne. Siamo a Bari, in Puglia. Ma il mondo dei social non conosce confini. E così il desiderio di Giuseppe è stato esaudito. Il 19 agosto ha scritto su Facebook: “Come detto nel primo post, i social network sono uno strumento molto potente per mettere in contatto le persone [..] Gli articoli di giornale (a volte) riescono a raccontare una storia e unire i lettori in emozioni comuni. Ciò dimostra quanto le persone abbiano un disperato bisogno di storie che possano coinvolgerle, creando un collante tra i destini di ognuno e su cui si può anche discutere (sempre nel rispetto reciproco) delle proprie diverse visioni. Questa storia ha un lieto fine”.
E ancora: “Grazie all’articolo de Il Fatto Quotidiano sul mio post, Ettore, un 13enne fuori dagli schemi (in senso positivo) che ha affidato i suoi pensieri al mare, mi ha contattato! Nel messaggio (in foto, pubblicato previa autorizzazione sua e dei genitori) ringrazia me e tutti voi per questo inaspettato regalo, genuinamente contento che qualcuno abbia trovato la sua lettera e che la storia sia diventata pubblica. [..] Tale fugace intreccio nei nostri destini (il mio, il vostro e quello di Ettore) forse ci ha davvero permesso di capire chi siamo, mettendo a nudo le nostre fragilità per poterle salvare.
Grazie a tutti!”. Infine una precisazione green: “La bottiglia di vetro è stata prima posta in un sacchetto e poi rotta in pochi pezzi sugli scogli. In questo modo i cocci di vetro sono rimasti nel sacchetto e poi riciclati nell’apposito bidone. Per ragioni di sintesi, non ho descritto tutta la procedura nel post originale, anche perché non era quello l’argomento principale e perchè l’ho dato un po’ per scontato”.