Toyota prevede un calo della produzione annuale del 40%. Il gruppo franco-italiano ferma due linee di assemblaggio. Il ritardo nelle forniture di chip è ormai cronico e nuove chiusure imposte dal contrasto alla pandemia aggravano la situazione
La penuria di semiconduttori, che avrebbe dovuto essere provvisoria, continua a funestare l’industria automobilistica. Oggi i dipendenti degli stabilimenti francesi di Rennes la Janais e Sochaux di Stellantis sono stati informati che l’attività produttiva è sospesa a seguito della carenza di microchip. Lo si legge sulla stampa francese. A Rennes la Janais l’arresto delle produzioni durerà da martedì 23 a venerdì 27 agosto, dopo la chiusura di 3 settimane per le ferie estive.
“Un produttore di semiconduttori in Malesia – spiega il sindacalista Laurent Valy della Cfdt, segretario del Comitato Sociale ed Economico dello stabilimento di Rennes – è interessato da un focolaio di coronavirus e il nostro fornitore polacco di Bsi (centraline intelligenti per motori, ndr) non riesce più a consegnarci i pezzi”. Risultano colpiti dallo stesso problema anche i siti di Mulhouse (Francia) ed Eisenach (Germania).
La giapponese Toyota, primo produttore globale insieme a Volkswagen, ha annunciato un taglio del 40% della sua produzione globale proprio a causa della carenza di chip, sebbene sulla decisione della casa giapponese influiscano anche il continuo aumento dei costi dei trasporti marittimi e nuove chiusure dovute alle pandemia. Per la stessa ragione, da lunedì prossimo, la statunitense Ford fermerà la sua linea di assemblaggio di pick up di Kansas City.