Continua a far discutere la notizia che il ministro Dario Franceschini sta per nominare Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Che lo scorso anno acquisì il fondo archivistico personale del fascista Pino Rauti, presentando la scelta con un comunicato dai toni agiografici della Fondazione Rauti e della famiglia senza alcuna contestualizzazione. Dopo le proteste dei familiari delle vittime delle stragi, a chiedere al premier Mario Draghi un ripensamento è il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera Federico Fornaro. Intanto, sul fronte opposto interviene via Facebook Giuliano Volpe, presidente emerito del Consiglio Superiore Beni culturali e paesaggistici del Mibact. Che attacca paragonando chi si oppone alla nomina di De Pasquale ai talebani, parlando di “posizioni intransigentemente fanatiche”.

Fornaro ricorda che “in questi anni le preoccupazioni e le denunce dei famigliari delle vittime della strage di Bologna sono sempre state improntate all’unico obiettivo di ricercare la verità senza mai cadere nella strumentalità. La nomina del nuovo sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato deve essere quindi sottoposta a un supplemento di riflessione”. Di qui la richiesta a Draghi: “Ascolti le buone ragioni della Associazione dei famigliari delle vittime del 2 agosto 1980 a Bologna e compia una scelta coerente con la meritoria decisione di proseguire con la desecretazione dei documenti della tragica stagione dello stragismo e dell’eversione“.

Ma per Volpe, ordinario di Archeologia a Bari, si tratta di cautele incomprensibili: “Purtroppo i talebani non sono solo a Kabul ma anche in Italia e c’è chi si è detto orgoglioso di essere definito talebano”, scrive su facebook. “La vicenda delle reazioni alla nomina di Andrea De Pasquale lo dimostra. Difendiamo il pensiero laico e libero contro le posizioni intransigentemente fanatiche di certi sedicenti progressisti molto apprezzati nel nostro mondo e molto presenti sui media”.

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