Cronaca

Covid, bozza report Iss: “Rt in calo da 1,27 a 1,1. Nessuna Regione supera la soglia critica delle intensive”. E anche la Sicilia resta bianca

Incidenza in lieve aumento ma stabile, con 74 casi per 100mila abitanti rispetto ai 73 della settimana di Ferragosto. Lombardia, Veneto e Lazio le uniche regioni a rischio basso. "Variante Delta prevalente", scrive il report, "completare vaccinazioni per prevenire varianti"

L’indice Rt registra un ulteriore ribasso, attestandosi a 1,1 quando la scorsa settimana era a 1,27. A riportarlo è la bozza del monitoraggio settimanale dell‘Istituto Superiore della Sanità-Ministero della salute sull’andamento dell’epidemia Covid in Italia. I dati confermano il trend discendente dell’indice Rt, in atto già da alcune settimane (il 6 agosto era a 1,56), sempre più vicino ai livelli soglia della replicazione del virus. Questi valori, insieme agli altri dati contenuti nel report, verranno esaminati oggi dalla Cabina di regia.

L’incidenza è in lieve aumento, passata secondo i dati Iss da 73 a 74 casi per 100mila abitanti nella settimana di Ferragosto, mentre in quella ancora antecedente era a 68. I dati in tempo reale evidenziano una stabilità: 73,6 a ieri contro 73 di giovedì scorso. Con questi valori, il report conferma che “l’aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale” sta rallentando, stabilizzandosi.

Per quanto riguarda la Sicilia, verrà confermata la zona bianca. Da giorni la regione era sotto osservazione per il superamento di due soglie su tre per l’attivazione della zona gialla (numero di ricoveri ordinari sopra il 10% e incidenza maggiore di 50). Ma l’isola si sarebbe “salvata” rispetto al parametro delle terapie intensive grazie all’incremento della disponibilità dei posti letto, che le ha consentito di rimanere, seppur di pochissimo, sotto la soglia del 10% di occupazione necessaria per passare in zona gialla. Secondo la bozza infatti, la Sicilia si attesta al 9,2% di occupazione, come la Sardegna, evitando così per 8 decimali il passaggio in giallo. Valori più lontani dalla soglia di rischio per toscana (6,7%), Calabria (6,5%) ed Emilia Romagna (5,8%). Quanto ai ricoveri ordinari, l’unica Regione sopra la soglia (in questo caso fissata al 15%) è proprio la Sicilia con il 16,5%, seguita dalla Sardegna con il 9,9% e dalla Basilicata con il 9,6%. Quanto all’incidenza, ben 16 Regioni sono sotto quota 50 casi per centomila: il valore più alto in Sardegna, con 156,4 casi, seguita da Sicilia (155,8) e Toscana (127,3). Il valore più basso in Molise, 24,6.

In merito alle terapie intensive, secondo la bozza “i tassi di occupazione e il numero di ricoverati in area medica e terapia intensiva sono in aumento” al 4,9%, secondo la rilevazione giornaliera del ministero della Salute, con il numero di persone ricoverate che è salito da 322 del 10 agosto a 423 del 17 agosto. In aumento anche il tasso di occupazione nelle aree mediche, ora a 6,2%, con il numero di ricoverati che è cresciuto da 2.800 della scorsa settimana a 3.472 il 17 agosto. Ma, continua il report, “l’attuale impatto della malattia Covid-19 sui servizi ospedalieri è limitato” e soprattutto “Nessuna regione/provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica”. In totale, sono 18 le Regioni e Province Autonome classificate a rischio moderato, con solo 3 regioni – Lombardia, Veneto e Lazio – che risultano a rischio basso.

In diminuzione anche “l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero”, che si attesta a a 1.08 (dato al 10 agosto) contro il precedente valore di 1.2 (dato al 3 agosto). Il monitoraggio specifica che “La circolazione della variante Delta” è quella “largamente prevalente in Italia“. “Questa variante è dominante nell’Unione Europea”, continua il report “ed associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in Paesi con alta copertura vaccinale”. Per questo, rimangono importanti “una elevata copertura vaccinale” e il completamento dei “dei cicli di vaccinazione“, perché questi – si legge – “rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze” a causa di eventuali “varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”. Un caso positivo su tre, si legge nella bozza, è rilevato grazie al tracciamento: il 33%, contro il 32% della scorsa settimana. Rimane stabile “il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione”, che sono stati 15.021 contro i 15.026 della settimana precedente, e diminuisce dal 46% al 45% il tasso di positivi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi.

La maggior parte dei casi d’infezione rilevate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19, “sono stati contratti sul territorio italiano”, si legge nel nuovo rapporto Iss. Negli ultimi 45 giorni (3 luglio-16 agosto 2021) 82,4% dei tamponi sequenziati è risultato positivo alla variante Delta. In calo invece la Alfa, ferma all’8,0%. Per quanto riguarda la prima variante, il 93,4% dei casi sono autoctoni. Quelli importati sono il 6,6%. Per la variante Alfa invece il rapporto è pari al 96% contro il 4%. Tutti nati su territorio italiano invece i 144 casi derivanti da variante Kappa. Comunque, si legge nel report, “il numero di segnalazioni di casi causati dalla variante Delta in Italia è ancora superiore al numero di segnalazioni per tutte le altre varianti monitorate”. Nuovi casi di infezione da Delta “sono stati segnalati in quasi tutte le province italiane”. Mentre “la frequenza dei casi causati dalla variante Alfa è in forte diminuzione, come anche la loro diffusione territoriale. Anche la frequenza di casi causati dalla variante Gamma è in diminuzione, con una diffusione maggiore in alcune Regioni e Province autonome italiane”.

Nel bollettino si evidenzia, nel dettaglio, che “continua ad aumentare in Italia la capacità di genotipizzare/sequenziare campioni clinici positivi per Sars-CoV-2″. Nel complesso, da inizio anno oltre il 2% dei tamponi relativi a nuovi casi di infezione confermata” è stato sequenziato “con un continuo incremento nel tempo. Nel mese di luglio, nonostante l’aumento dei casi registrati su tutto il territorio nazionale, è stato sequenziato il 10% dei casi”.