Ha aperto alle 16, nella sede milanese di Emergency di via Santa Croce a Milano, la camera ardente di Gino Strada, morto il 13 agosto all’età di 73 anni. E fin dal primo pomeriggio molti milanesi si sono messi in coda per omaggiare il feretro del fondatore di Emergency. A circa un’ora dall’apertura della sala, erano già 300 le persone ordinatamente sotto il sole (e rifocillate con bottigliette d’acqua messe a disposizione dai volontari dell’associazione) in attesa di varcare il cancello d’ingresso, dove sono appesi diversi i mazzi di fiori e i messaggi, tra i quali quello che recita “Ora vai, Gino, continuiamo noi. Ti abbracciamo per sempre” e “Grazie Gino! Quello che lasci resta straordinario come te. Vola alto”. Accanto al grande striscione con la scritta “Ciao Gino”, Rossella Miccio, presidente della onlus, ha detto ai giornalisti che “c’era la consapevolezza che Gino fosse un faro nella nebbia per tantissime persone, avendo avuto il privilegio di lavorarci e di viverci vicino in giro per il mondo per 21 anni, ma che ci fosse un affetto così profondo, che così tante persone da tutte le latitudini, dal Sudan alla Sierra Leone, malati, pazienti, staff, autorità, gli anziani dei villaggi, si sentissero toccate da quello che ha fatto Gino e dal lavoro di Emergency non me l’aspettavo”. “Gino – ha aggiunto – ha saputo creare una comunità di persone legate da principi e valori forti che vanno al di là delle barriere, dei colori della pelle e delle religioni. Credo che questo sia davvero il messaggio forte che ci lascia e che ci impegniamo a portare avanti”