Uno in camicia e jeans, l’altro con la polo e pantaloncini del Milan: sullo sfondo Villa Certosa. È la foto che conclude il faccia a faccia tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, l’ennesimo incontro per tessere l’accordo che porti alla nascita di una federazione tra Lega e Forza Italia. Un’intesa ancora da costruire nei dettagli e nei contenuti, che però nelle intenzioni dei due leader dovrebbe partire già quest’autunno, in primis in Parlamento, con la nascita di un unico gruppo parlamentare. Il primo passo verso il “partitone”, una lista unica con cui correre alle politiche del 2023, come racconta oggi Il Fatto Quotidiano in edicola. La proposta è di Salvini, che ha pronto anche il nome: “Prima l’Italia“.
“Salute, sicurezza e lavoro per gli italiani, taglio delle tasse, giustizia e burocrazia efficienti e moderne. E attenzione a quello che accade in Afghanistan, con l’impegno a combattere il terrorismo islamico, a garantire accoglienza a donne e bambini in fuga, a contrastare i trafficanti di uomini, droga e armi”. Questo scrive su Facebook il leghista, allegando la foto insieme al presidente di Forza Italia, entrambi sorridenti. Venerdì sera per la prima volta Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini, è entrato nella residenza sarda di Berlusconi. Ieri il faccia a faccia, oggi la foto e poi il leader del Carroccio è ripartito.
Nel mezzo una nota congiunta dai toni prudenti: “È stato condiviso il calendario di iniziative da assumere da qui ai prossimi mesi per costruire una federazione tra le forze politiche di centrodestra che sostengono il governo e rendere ancora più efficace e incisiva la collaborazione soprattutto a livello parlamentare“. “Forza Italia e Lega sono nel frattempo impegnate per affidare al buongoverno del centrodestra la Regione e i Comuni che andranno al voto in ottobre: c’è molto ottimismo circa i risultati”, si legge nel comunicato inviato da Berlusconi e Salvini, al termine dell’incontro svoltosi in serata a Villa Certosa.
Il primo passaggio quindi è una federazione, in forza da settembre, da Roma a Bruxelles. A Palazzo Madama e a Montecitorio, soprattutto, dove Salvini vuole avere i numeri per incidere di più sulle scelte del governo: un gruppo unico Lega e Fi con 210 deputati e 114 senatori. Un’operazione di rafforzamento rispetto agli alleati di governo e avversari M5s-Pd. Alle porte ci sono anche le elezioni amministrative, le Regionali in Calabria e le suppletive di Siena e Roma-Primavalle. La lista unica per il momento però sarà testata solo a Napoli, poi in Sicilia nel 2022. Il grande obiettivo di Salvini è arrivare pronto alle politiche del 2023, con il listone “Prima l’Italia”. Intanto Berlusconi guarda alla partita del Quirinale.
Al di là di intenzioni e proclami da Villa Certosa, però, la strada non è tutta in discesa. Per questo si procede senza strappi, a piccoli passi. L’idea di una federazione in Parlamento può essere digerita, anche se a Bruxelles Lega e Fi sono addirittura in due schieramenti diversi. Ma l’ipotesi di una lista unica spaventa non poco gli azzurri, come racconta oggi il Corriere della Sera. C’è da fare i conti innanzitutto con la freddezza dell’ala liberal di Forza Italia, rappresentata da Mara Carfagna e Mariastella Gelmini.
Ma sul tavolo ci sono anche altri temi che nei prossimi giorni rischiano di essere indigesti. A partire dalla politica estera e l’accoglienza dei profughi dall’Afghanistan. “L’unica strada è quella della diplomazia e del soccorso umanitario”, la posizione di Berlusconi. Più rigido Salvini, che vorrebbe “corridoi umanitari per collaboratori, bimbi, donne e ragazzi” puntando il dito sul “rischio infiltrazioni terroristiche e malavitose”. E in queste ore si è aperta anche la questione vaccini. Chiara la posizione del leader del Carroccio, assolutamente “contrario all’obbligo”, da Forza Italia si delinea invece un fronte pro-obbligo. La prima a promuoverlo è la presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini.
L’altro nodo riguarda la posizione di Fratelli d’Italia, sin da febbraio all’opposizione del governo Draghi. Il partito di Giorgia Meloni cresce e strappa consensi, fuori e dentro l’aula, rosicchiando numeri anche dai due alleati. Intanto FdI si è detta “disponibili a una riunione settimanale dei capigruppo del centrodestra per rafforzare le idee della coalizione nelle politiche del governo”, ma restando ovviamente fuori dalla federazione. In futuro chissà. La manovra di Salvini però potrebbe puntare anche a tagliare fuori proprio la Meloni dalla futura corsa a Palazzo Chigi.