Cantante e ballerina, musa di F.S. Fitgerald, Picasso, Simenon, combattente anti-nazista e - in patria - per i diritti dei neri al fianco di Martin Luther King. Il 30 novembre il suo Paese d'adozione le renderà onore inserendola nell'edificio in cui riposano figure come Voltaire, Rousseau, Marie Curie, Simone Veil
Cantante, ballerina, figura della Resistenza, combattente per i diritti dei neri: la Francia rende onore a Joséphine Baker e con una cerimonia in grande stile, il 30 novembre insedierà le sue spoglie nel Pantheon, tempio laico dove sul frontone è scritto “Ai grandi uomini la patria riconoscente”, ma dove ormai riposano anche grandi donne. Lei sarà la sesta, la prima di colore. La decisione è stata presa dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron che ha così risposto a una petizione lanciata due anni fa e che ha raccolto oltre 38mila firme. “Artista, prima stella nera internazionale, musa dei cubisti, resistente durante la Seconda Guerra mondiale nell’esercito francese, attiva al fianco di Martin Luther King per i diritti civili negli Stati Uniti d’America e in Francia a fianco della Lica (la Lega internazionale contro l’antisemitismo), crediamo che Joséphine Baker, 1906-1975, abbia il suo posto nel Pantheon”, si afferma nella petizione.
Una sintesi efficace per un personaggio leggendario e una vita straordinaria, iniziata nel 1906 a San Louis, in Missouri, dove all’epoca regnava la segregazione razziale, e decollata a Parigi, nel 1926, dove per lanciare le Folies-Bergère fu la protagonista dello spettacolo La Folie du jour. Amica di Frida Kahlo, musa ispiratrice di Francis Scott Fitzgerald, Pablo Picasso, George Simenon. Fece impazzire Parigi con le sue danze scatenate: i capelli corti e il seno nudo ruppero tutti i tabù e i pregiudizi.
Ma poi, negli anni Quaranta, il suo impegno durante la Seconda Guerra mondale, quando raccolse informazioni sulle posizioni dell’esercito tedesco in Francia. I doganieri, ricorda Le Monde, le chiedevano autografi piuttosto che i suoi documenti, alle frontiere non si era mai preoccupata. Poteva così trasmettere a Londra, resoconti e immagini, appuntate sotto il vestito, o trascritte con inchiostro simpatico sulle partiture delle sue canzoni.
Per il suo coraggio e il suo contributo, nel 1945 fu premiata con il grado di tenente dell’aviazione, la Croce di Guerra, la Medaglia della Resistenza e la Legion d’Onore. Non ha però mai dimenticato il suo Paese d’origine. Era presente, in divisa militare, al fianco di Martin Luther King, quando il leader della lotta per i diritti dei neri pronunciò il suo celebre discorso “I have a dream” e si impegnò nelle sue campagne al punto di portarle di persona di fronte a grandi protagonisti della scena internazionale come John Kennedy, Fidel Castro, Juan Peron.
Ora il riposo nella cripta del Pantheon, accanto a ottanta grandi personalità che hanno segnato la storia della Francia, come Voltaire e Rousseau, ma anche Marie Curie e Simone Veil.
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Tutte le foto sono dell’agenzia LaPresse