di Roberto Boccarusso
Ai più sarà sfuggito (complice un assordante silenzio dei media) ma il primo luglio è iniziata la raccolta firme anche per un altro referendum, quello per l’abolizione della caccia. Sì, sì, avete letto proprio bene, ci riproviamo, e questa volta con più convinzione, l’analogo referendum tenutosi nel 1990 infatti non raggiunse il quorum ma oggi ce la possiamo fare!
Con un’operazione chirurgica il comitato referendario “Referendum Sì aboliamo la caccia” chiede di cancellare tutti gli articoli della L. 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che consentono l’attività venatoria e ne delegano la gestione alle regioni. Così facendo, della Legge in questione rimarranno in vigore solo le parti che tutelano e proteggono la fauna selvatica, mentre verranno cancellate quelle che ne consentono l’uccisione.
Troppo bello per essere vero? In realtà l’obiettivo è raggiungibile e sarebbe anche a portata di mano se non vi fosse questo incomprensibile oscuramento da parte di tutti i media, oscuramento che però risulta meno incomprensibile se si guarda la cosa dal punto di vista dei corposi interessi che ruotano intorno all’attività venatoria, e che inevitabilmente condizionano le scelte politiche.
Statisticamente la percentuale degli italiani contrari alla caccia si aggira intorno al 70-80%, e se riuscissimo a far giungere a tutti la notizia della raccolta firme sarebbe uno scherzo raggiungere le necessarie 500mila. Quindi, ora che lo sappiamo, abbiamo la possibilità di contribuire anche a questo splendido esercizio di democrazia, sia recandoci a firmare nei comuni o ai banchetti organizzati in tutta Italia, sia diffondendo quanto più possibile la notizia.
Quella dell’abolizione della caccia non è un’azione ideologica, nessuno potrà mai negare infatti che gli animali uccisi brutalmente siano milioni, che ogni anno vengano sparsi in ambiente tonnellate di piombo e cartucce, e che il bollettino delle vittime umane sia in costante aggiornamento, sia fra i cacciatori stessi sia fra incolpevoli frequentatori delle aree boschive; quindi per salvaguardare il patrimonio faunistico, per tutelare l’ambiente e per salvare vite umane, l’abolizione della caccia risulta essere l’unica soluzione, tra l’altro una soluzione di civiltà dato che il cacciatore del ventunesimo secolo non uccide per necessità ma per semplice divertimento.
Tutte le informazioni riguardanti l’iniziativa referendaria si trovano sul sito del comitato: www.referendumsiaboliamolacaccia.it. Buona firma a tutti!