L’Unione europea già si divide sui corridoi umanitari per i profughi dall’Afghanistan. Finora la tabella di marcia prospettata da Bruxelles, sotto la spinta di Macron e Merkel, prevede di aiutare il più possibile gli afghani nel loro Paese o in quelli confinanti che li accoglieranno. Ma per evitare il caos profughi alle frontiere dell’Ue, servirà anche uno sforzo degli europei, con corridoi umanitari e reinsediamenti per i più vulnerabili, dando priorità a donne, ragazze e bambine. È la prospettiva che indica anche David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, a margine del suo intervento al Meeting di Rimini: “Ci auguriamo che un dialogo con le nuove autorità di Kabul possa portare anche all’apertura di corridoi umanitari“.
Fino ad oggi sembrava la linea condivisa. Poi però è arrivato l’intervento del premier conservatore sloveno Janez Jansa, il cui Paese detiene la presidenza di turno semestrale della Ue: “Non ripeteremo gli errori strategici del 2015. Aiuteremo solo coloro che ci hanno aiutato durante la missione Nato e i Paesi membri della Ue che difendono i nostri confini esterni”, ha detto Jansa. “Non è compito della Ue o della Slovenia aiutare e pagare per tutti coloro che fuggono nel mondo”, ha aggiunto il premier sloveno, le cui posizioni in tema di migranti sono vicine a quelle dell’ultraconservatore ungherese Viktor Orban e degli altri capi di governo del Gruppo di Visegrad. Dichiarazioni che hanno portato in Italia alla replica immediata di diversi esponenti Pd, tra cui il capogruppo in Ue, Brando Benifei, che già il 16 agosto aveva scritto ai vertici europei per chiedere l’apertura di corridoi umanitari. “Non ha titolo a parlare senza mandato a nome dell’Ue. Il governo italiano si esprima contro queste parole scandalose, l’Europarlamento convochi subito Jansa, che ne dovrà rispondere”, ha scritto su Twitter.
Sassoli non ha commentato le parole di Jansa ma ha ribadito, come detto anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che sarà necessario un dialogo con i talebani per garantire l’arrivo dei profughi in sicurezza: “Naturalmente – dice il presidente dell’Europarlamento – va fatto tutto attraverso la collaborazione delle nuove autorità afghane e noi ci contiamo molto”. Spiega Sassoli: “Dobbiamo capire bene cosa succede in Afghanistan. Sicuramente, da parte della Ue va fatto di tutto per mettere in sicurezza le persone che sono più a rischio. Tutte le indicazioni da parte delle nostre istituzioni vanno nel senso di offrire solidarietà e sicurezza, partendo da quelle persone che hanno lavorato con noi, che si sono fidate dei nostri Paesi, delle nostre Forze Armate e delle organizzazioni internazionali”.
In seguito all’iniziativa del Pd, anche il M5s in Europa ha preso posizione. Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo, insieme alla collega Laura Ferrara ha scritto una lettera, cofirmata da tutta la delegazione pentastellata, rivolta a Joseph Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri: “La Commissione europea deve agire come un ‘mediatore umanitario’ incoraggiando gli Stati membri a stabilire programmi di protezione per i rifugiati afghani in pericolo attraverso l’attivazione di corridoi umanitari“, si legge nella missiva. “La base legislativa e normativa per questa azione è già in vigore anche se finora non è mai stata utilizzata. La direttiva sulla protezione temporanea 2001/55/CE stabilisce uno ‘status di protezione di gruppo‘ che può essere applicato in situazioni di crisi derivanti da un afflusso massiccio di persone in fuga da una situazione di grande pericolo, come quella attualmente in corso in Afghanistan”, scrivono i Cinquestelle. “L’Unione europea – conclude la lettera – ha una enorme responsabilità. Non possiamo voltare le spalle al popolo afghano. L’Unione europea deve attivare corridoi umanitari”.
Una posizione espressa anche dal segretario Pd Enrico Letta a margine della pre-Agorà democratica a Belluno: “L’Italia deve dimostrare il senso e l’importanza dei valori umanitari, aiutare attraverso corridoi umanitari e evacuazione del maggior numero di afghani che se ne vogliono andare, bambini e donne che rischiano la vita”, ha sottolineato. “Non può continuare questo sfacelo. C’è bisogno che l’Ue faccia la sua parte sui corridoi umanitari”, ha aggiunto Letta. Alle parole del premier sloveno Jansa ha risposto per primo il presidente della Commissione esteri della Camera, Piero Fassino: “Chi detiene la presidenza di turno dell’Ue non ha titolo per annunciare decisioni senza aver consultato i governi dell’Ue”. “Non sarà certo il premier sloveno a decidere se l’Europa aprirà o meno i canali umanitari per accogliere le persone dall’Afghanistan”, gli ha fatto eco il deputato Pd, Filippo Sensi.