A giugno l’amministrazione provinciale di Trento ha rilanciato il progetto di collegamento con la provincia di Vicenza e il sistema viario del Nordest, attraverso la prosecuzione della A31, autostrada la cui concezione risale agli anni ’60. Ma gli ambientalisti e il Wwf insorgono, sostenendo che si tratta di un’opera inutile e impattante, perchè richiede un lunghissimo tunnel per collegare la Valle dell’Astico a quella dell’Adige. Per questo invitano alla mobilitazione.
Più di 50 anni fa i ministri democristiani Flaminio Piccoli (di Trento), Mariano Rumor (di Vicenza) e Antonio Bisaglia (di Rovigo) fecero costruire una prima tratta, da Vicenza a Piovene Rocchette. In realtà l’opera avrebbe dovuto andare da Rovigo a Trento, da cui l’acronimo Pi-Ru-Bi per un tratto di asfalto che è rimasto monco, salvo proseguire da Vicenza verso Rovigo, soltanto dopo alcuni decenni, e con inaugurazione della Valdastico Sud nel 2015 fino a Badia Polesine.
Adesso Trento sembra intenzionata a riaprire una partita che sembrava chiusa. Infatti, il 4 febbraio le sezioni unite civili della Cassazione avevano dato ragione al sindaco di Besenello annullando la delibera del Cipe che aveva autorizzato il primo lotto funzionale della Valdastico Nord, anche se era prevista la costruzione solo in territorio vicentino, visto che a Trento non ne volevano sapere. Lo spezzatino dell’opera è stato considerato “illogico e irrazionale”. Poi la Corte dei Conti di Roma ha citato a comparire a giugno, per un giudizio contabile, cinque esponenti del Cda di Anas del 2006, contestando un danno erariale di 160 milioni di euro per aver autorizzato la proroga della concessione alla A4 Brescia-Padova sulla base di un’idea, più che di un progetto fattibile, perchè già allora la Provincia Autonoma di Trento era radicalmente contraria alla prosecuzione della Valdastico.
La presidenza di Maurizio Fugatti ha però rinsaldato gli interessi con la giunta del leghista veneto Luca Zaia, che è uno dei fautori del collegamento da Piovene Rocchette a Trento, anche perchè la società Cav (Concessioni Autostradali Veneto) che gestisce la Padova-Venezia e il Passante di Mestre è intenzionata ad allargarsi acquisendo nuove gestioni. Tra queste c’è la A4 Brescia-Padova che ha in carico la Valdastico e ha tutto l’interesse ad estendere la rete viaria fino a Trento.
In questo scenario, il 25 giugno la Provincia di Trento ha approvato il “Documento preliminare ai fini dell’adozione della variante al Piano urbanistico provinciale relativa al Corridoio di accesso Est”. E’ l’avvio formale dell’iter per la Valdastico Nord, con coinvolgimento di Comuni, amministrazione provinciale e consiglio delle autonomie locali per raccogliere pareri e opinioni. L’ultima versione è quella di scavare la montagna dalla provincia di Vicenza a quella di Trento, per sbucare in prossimità di Rovereto Sud, con un costo che supera abbondantemente i 3,3 miliardi di euro.
In previsione dei consigli provinciali e comunali di settembre, è sceso in campo il “Comitato No Valdastico Nord – A 31” attivo da anni, che ha ai primi due punti del proprio programma ha “la revoca immediata della concessione autostradale A4 Brescia-Padova Atlantia-Benetton” e “l’abbandono definitivo del progetto A31”. Un post su Facebook chiama alla mobilitazione: “Nel pieno della crisi (ambientale, climatica, sociale, sanitaria) più grave che l’umanità abbia mai attraversato, l’amministrazione trentina ha deciso di perdere tempo, risorse, intelletto, discutendo di un’opera irrealizzabile, anacronistica, dannosa, con dichiarazioni spesso contraddittorie ed imbarazzanti, tutte caratterizzate dall’assoluta mancanza di oggettivi dati tecnici”. L’appello: “Invitiamo ancora una volta questa Giunta ad una scelta coraggiosa: ovvero, a desistere definitivamente da questo reiterato spreco. Non abbiamo più tempo per i giochi politici, per opere che sventreranno montagne ottimisticamente concluse in 15 anni. Da oggi e per trenta giorni lanciamo l’invito a cittadine e cittadini trentini a far sentire forte e chiara la loro voce, per ribadire che un futuro più equo ed ecosostenibile non può realizzarsi senza l’abbandono di vecchie e disastrose pratiche di degrado ambientale”. La proposta concreta è di inviare in massa, via mail, osservazioni in merito alla delibera della Provincia di Trento, con un testo precompilato che ricorda i pronunciamenti dell’autorità giudiziaria contro la Valdastico Nord e il voto contrario di 12 amministrazioni comunali.
Negativo anche il giudizio del Wwf. “La variante al piano urbanistico è posticcia, priva di senso e per nulla documentata e suffragata da dati certi. Qualcosa di preparato frettolosamente senza nemmeno indicare il tracciato da considerare” spiega il presidente provinciale Aaron Iemma.