Il Papa dimissionario? Secondo Libero Francesco starebbe pensando alle dimissioni sia a motivo dell’età, visto che il 17 dicembre prossimo compirà 85 anni, sia a causa dei problemi di salute, come l’operazione al colon a cui è stato sottoposto il 4 luglio scorso. L’autore dell’articolo è Antonio Socci, da sempre accanito critico di Bergoglio tanto da sostenere, in modo del tutto infondato, che la sua elezione è “nulla e invalida”. A proposito dell’età di Francesco, il giornalista ricorda che Benedetto XVI si dimise proprio a 85 anni. Ma si potrebbe anche ricordare che san Giovanni Paolo II morì sulla soglia della stessa età.
In Vaticano e in particolare a Casa Santa Marta, la residenza di Bergoglio, nulla lascia trapelare che il Papa stia seriamente pensando alle dimissioni. Anzi. Francesco ha recentemente ripreso le udienze private e ha confermato il lungo e impegnativo viaggio, dal 12 al 15 settembre prossimi, a Budapest per la chiusura del Congresso eucaristico internazionale e in Slovacchia per una visita pastorale. Il programma del viaggio, denso di incontri e spostamenti, deciso prima del ricovero al Policlinico Gemelli per l’intervento al colon, non è stato minimamente modificato anche dopo la degenza durata dieci giorni. Segno eloquente che il Papa, anche confortato dal parere dei suoi medici, si sente sicuro e determinato ad affrontare questa trasferta.
Così come sono diversi i viaggi allo studio, benché non ne sia stato confermato ufficialmente dal Vaticano ancora nessun altro per il 2021, né per il 2022. Quello che trapela dallo staff di Francesco è che il Pontefice, dopo la lunga convalescenza seguita all’operazione, programmata da tempo, ma tenuta nascosta anche ai più stretti collaboratori, ha ripreso a lavorare nei mesi estivi con il suo solito ritmo. Bergoglio ha anche ricevuto, lontano dai riflettori, numerosi amici che sono andati a trovarlo nelle ultime settimane a Casa Santa Marta.
C’è da dire che, prima ancora dell’intervento al colon, già la vicenda del cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, diocesi che fu guidata da Joseph Ratzinger, Reinhard Marx, ha aperto i giochi del pre conclave. Il porporato tedesco, uno degli uomini del ristretto Consiglio di cardinali che ha elaborato la riforma della Curia romana, si è dimesso accusando la Chiesa di aver fallito sulla lotta alla pedofilia del clero. Un attacco molto duro che per la prima volta è arrivato non dai nemici, bensì da uno dei più stretti collaboratori del Papa che ha condiviso, fin subito dopo la fumata bianca, il governo della Chiesa, in particolare sui temi economici.
Francesco ha immediatamente respinto le dimissioni del porporato, ma questo malumore tra i cosiddetti cardinali bergogliani ha aperto una seria riflessione, più o meno pubblica, sulle riforme del pontificato. È evidente, inoltre, che l’operazione subita dal Papa ha di fatto inaugurato la seconda parte del regno di Francesco con l’ingresso del tema della malattia e quindi della salute del Pontefice. Un tema che ha segnato il lungo pontificato di Wojtyla, ma dal quale quello di Bergoglio, almeno fino al ricovero al Gemelli, sembrava avulso. È quindi innegabile che il pre conclave si sia aperto, almeno negli ultimi mesi, ma ciò non significa che il regno di Francesco sia all’epilogo. Il pre conclave di Wojtyla durò un decennio prima che, con la morte del Papa polacco, si aprisse davvero la Sede Vacante. E c’è da dire che in quel decennio molti papabili morirono prima del Pontefice.