I primi certificati verdi dei medici scadranno a fine settembre, poco dopo il problema riguarderà almeno 700mila camici bianchi. La Anaao-Assomed chiede "che si prenda una decisione chiara" e veloce. La questione finirà venerdì sul tavolo del Cts: se ci sarà il via libera, il 6 settembre inizierà in Parlamento la discussione per la conversione in legge del decreto e lì si deciderà la proroga da 9 a 12 mesi
Sono stati i primi a riceverlo e saranno i primi a dover fare i conti con la ‘scadenza’ della validità, fissata a 9 mesi. Così ora sono anche i primi a chiederne l’estensione, sollecitando il governo a risolvere il paradosso che porterà almeno 700mila medici della sanità pubblica – e quasi 2 milioni nell’intero settore – a non avere più il Green pass. Un “assurdo” lo definisce la Anaao-Assomed, invitando – insieme all’Ordine dei medici – l’esecutivo a fare in fretta la mossa che posticiperebbe, almeno un po’, il problema. Che ormai è dietro l’angolo, visto che i primi certificati verdi dei medici scadranno a fine settembre e una grossa fetta di coloro che lavorano in ospedale resterà senza copertura del lasciapassare tra ottobre e i primi giorni di novembre. Una scadenza che gennaio 2022 coinvolgerà anche insegnanti e migliaia di guariti dal Covid nella prima metà dell’anno, il cui Green pass ha 6 mesi di validità.
La questione finirà venerdì sul tavolo del Comitato tecnico scientifico, chiamato a rispondere a un quesito sulla possibilità di estensione a 12 mesi del certificato per tutti, compresi i guariti. Tutto lascia pensare che si arrivi a un prolungamento dei termini di scadenza, estendendo la validità appunto a un anno, anche in vista della terza dose del vaccino. Il 6 settembre inizierà in Parlamento la discussione per la conversione in legge del decreto sul Green pass: una volta avuto il benestare del Cts, a metà settembre arriverà il via libera alla proroga, dagli attuali 9 a 12 mesi.
In assenza di indicazioni e con la terza dose ancora in bilico, ci si troverebbe di fronte a migliaia di medici e operatori sanitari con Green pass scaduto: “Un assurdo”, dice Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed, il sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale. Il Green pass è “un documento molto importante la cui valenza dovrebbe essere ancor più stringente anche per indurre gli incerti a vaccinarsi”, spiega.
“I primi medici vaccinati vedranno scadere il certificato a ottobre, per questo il governo dovrebbe intervenire e portare la scadenza dai 9 mesi attuali almeno a 12 in attesa di novità dalla scienza sulla durata dell’immunità vaccinale”. Solo nella sanità pubblica, fa di conto il segretario dell’Anaao-Assomed, sono “700 mila gli addetti, ma si arriva a 2 milioni” per l’intero settore. “Occorre quindi che si prenda una decisione chiara – è il suo appello – per evitare che si creino problemi”. E una serie di paradossi: ad esempio, che un medico con Green pass scaduto lavori a contatto con i pazienti, i cui familiari possono però entrare a far visita solo se muniti di certificato verde.
“Farebbe bene il Governo a portare subito la validità del Green pass a 12 mesi. E poi decidere, successivamente, valutando l’evoluzione e le conoscenze scientifiche, come procedere per tutti”, dice il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. La richiesta non è quella di “percorsi differenti” per i medici e gli operatori sanitari, ma di un “prolungamento generale” della validità. “La durata del Green pass – sottolinea Anelli – dovrebbe essere permanente visto che, ad oggi non ci sono dimostrazioni del fatto che il vaccino non funzioni nel tempo”. La validità periodica rappresenta, dice ancora il presidente della Fnomceo, un “atteggiamento di prudenza” del governo, che “può essere comprensibile e accettabile, ma comunque risponde più a ragioni organizzative che a motivazioni legate alla validità effettiva del vaccino”.
Più esplicito il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano: “Il mio Green pass sta per scadere – dice – io sono stato uno dei primi a essere vaccinato ma se ci sarà una proroga dovrà essere fatta su un criterio meramente burocratico, non è che si possa valutare con un test”. Ad oggi – chiarisce Pregliasco – non c’è “una standardizzazione di test e non c’è un livello” di anticorpi “considerato protettivo”. Ci sono “tecniche diverse, lo stesso campione con tecnologie diverse ha valori quantitativi numerici diversi. Non c’è un dato di riferimento. Si sta studiando, mancano ancora articoli scientifici”.
Ad oggi la validità del Green pass cambia in relazione alla modalità con cui viene rilasciato. In caso di vaccino ricevuto, per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, il certificato sarà generato dal 15esimo giorno dopo la somministrazione e avrà validità fino alla dose successiva. In caso di seconda dose o dose unica per pregressa infezione la certificazione sarà generata entro i due giorni successivi e sarà valida per 9 mesi (270 giorni) dalla data di somministrazione. Per il vaccino monodose, il Green pass sarà generato dal 15esimo giorno dopo la somministrazione e avrà validità per 9 mesi. Nei casi di tampone negativo il certificato sarà generato quasi simultaneamente e avrà validità per 48 ore dalla dall’ora del prelievo. Nei casi di guarigione sarà generato entro il giorno seguente e avrà validità di 180 giorni.