24 agosto 2006. Dopo 76 anni di onorato servizio viene degradato a pianeta nano della cintura di Kuiper. Era il nono pianeta del sistema solare. Ora gli fanno compagnia oltre 100mila altri Kbo (Kuiper Belt Objects), corpi celesti con diametro superiore ai 100 chilometri.

Parliamo di Plutone, il cui destino è stato segnato dalla decisione dell’Unione Astronomica Internazionale (Iau) di introdurre nuovi criteri di classificazione per definire un oggetto spaziale “Pianeta”. Dal 2006 un pianeta è tale se:

1) orbita intorno al sole;

2) ha massa sufficiente per assumere un equilibrio idrostatico (in altre parole ha forma sferica);

3) ha ripulito lo spazio interessato dalla sua orbita da altri corpi celesti.

Plutone rispetta i primi due criteri, ma non il terzo. Quindi, dichiara la Iau, è un pianeta nano, un corpo celeste in orbita intorno al sole con massa sufficiente da presentare forma sferica causata dalla forza gravitazionale, ma non abbastanza elevate da ripulire lo spazio circostante attraendo i suoi primi vicini.

Clyde Tombaugh ci deve essere rimasto male. Fu lui, giovane astronomo di 23 anni, a scoprire Plutone usando una tecnica simile a quella che ognuno di noi applica quando, sulla Settimana Enigmistica, ci impegniamo nel gioco “Aguzzate le vista”. Ci sono due immagini, fianco a fianco. Apparentemente identiche, differiscono per 20 minimi particolari. Per trovarli si sposta rapidamente lo sguardo dall’una all’altra.

Se c’è un particolare diverso, salta all’occhio. Tombaugh fotografa, ogni due settimane, il cielo stellato sopra l’osservatorio di Lowell, in Arizona, Usa. Mette le due immagini fianco a fianco e aguzzando la vista cerca un puntino che non sia nella stessa identica posizione, che si sia mosso. Le stelle sono fisse. Altri oggetti celesti no. Con costanza, attenzione, passione e la giusta dose di ossessione, dopo quasi un anno di lavoro, il 18 febbraio 1930 trova quello che sta cercando. Dopo le opportune verifiche il 13 maggio successivo viene annunciata la scoperta. L’osservatorio che scopre ha il diritto di battezzare, denominare, quanto trovato. Oltre 1000 suggerimenti vengono presentati, provenienti dal mondo intero.

Venetia Burney, anni 11, studentessa di Oxford, Regno Unito, appassionata di mitologia greca e di astronomia propone “Pluto”, Plutone in inglese, il dio degli inferi, del buio e del freddo. Nome più che appropriato per un oggetto al confine del sistema solare, illuminato da un Sole pallido come la Luna quando è piena, dalla superficie ghiacciata con una temperatura di -240 °C quando fa caldo (molto meno quando Plutone è alla sua massima distanza dal Sole), con dune di ghiaccio di metano e montagne coperte di neve, sempre di metano. Neve rossa, non bianca.

Venetia ne parla con suo nonno Falconer Madan, bibliotecario in pensione dell’Università di Oxford, che ne parla al professor Herbert H. Turner, astronomo di chiara fama e direttore del locale osservatorio, che informa i suoi colleghi statunitensi. Plutone viene ufficialmente battezzato il 24 marzo 1930 e la comunità scientifica riceve la partecipazione il primo maggio 1930.

I primi dubbi su cosa sia effettivamente Plutone vengono da lontano. Nel 1992 venne individuato un oggetto (1992 QB 1) che orbitava poco oltre Plutone. Molto simile. Anch’esso nella cintura di Kuiper. Negli anni successivi altri si unirono alla lista: Quaoar (2002), Sedna (2003), Haumea (2004), Eris (1/2005), Makemake (3/2005). Eris, con una massa superiore a quella di Plutone, venne scoperto da Mike Brown dell’osservatorio Monte Palomar. La Iau, invece di considerare Eris il decimo pianeta, decide di rivedere lo status di Plutone, facendo passare alla storia il malcapitato Mike come “l’uomo che uccise Plutone”. La storia non finisce qui.

Nel 2015 il veicolo spaziale della Nasa New Horizons, dopo un viaggio di nove anni, per sei mesi ha studiato Plutone da vicino. Ha rilevato che Plutone è più grande di quanto calcolato, che forma, con i suoi satelliti, un sistema molto più complesso di quanto si pensasse. Tutto ciò che riguarda Plutone, dalla geologia all’atmosfera a quanto gli orbita intorno, è da chiarire. Plutone, pianeta o pianeta nano che sia, è una collezione di misteri. Il che ha ridato fiducia ai sostenitori di Plutone pianeta per sostenerne la candidatura.

Sono molti ad avere forti dubbi sui criteri adottati dalla Iau, soprattutto sul terzo. Cosa vuol dire: “ha ripulito lo spazio interessato dalla sua orbita da altri corpi celesti”? L’affermazione è troppo vaga. Se la si interpreta in senso letterale, allora non ci sono pianeti, perché nessun corpo celeste del sistema solare ha ripulito la propria orbita. Per esempio, Terra, Marte, Giove e Nettuno condividono le loro orbite con gli asteroidi. La comunità scientifica non ha raggiunto a tutt’oggi un accordo su quali debbano essere i criteri per classificare un corpo celeste “pianeta”. Il dibattito è aperto e molto acceso.

Comunque vada a finire, le conseguenze della scoperta di Plutone rimarranno imperiture. Nel 1931, nella striscia “Puppy Love” di Floyd Gottfredson, pubblicata l’8 luglio, appare per la prima volta il curioso, sensibile, giocherellone, fedele cane di Topolino: Pluto. Si narra che Walt Disney scelse il nome per cavalcare l’onda della sensazione generata dalla scoperta del nuovo pianeta…

Nel 1940, Glenn T. Seaborg, laureato nel 1951 con il Nobel per la chimica all’età di 39 anni, chiama, in onore dell’allora pianeta, il nuovo metallo radioattivo, della serie attinidi, da lui scoperto insieme a E. McMillan, J.W. Kennedy e A. C. Wahl, Plutonium. Rispettando così la tradizione di nominare i nuovi elementi Uranio e poi Nettunio in accordo con i nuovi pianeti: Urano e Nettuno.

Venetia continua a dormire sogni tranquilli. Nessuno le ha chiesto di restituire le 5 sterline ricevute.

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