Dal palco del Meeting Cl in corso a Rimini, Matteo Salvini ha attaccato il reddito di cittadinanza e lo ha fatto ricalcando i toni già usati da Renzi alcune settimane fa. “Tornassi indietro – ha detto il leader della Lega – non lo rivoterei. Mea culpa. Disincentiva al lavoro, alla passione e alla fatica“. Parole simili a quelle usate dal segretario di Italia Viva che a fine luglio, nell’attaccare la misura dedicata alle fasce più povere della popolazione, aveva spiegato la sua personale tesi secondo cui “le persone devono soffrire, rischiare, provare, correre”. È stato poi Conte, seduto sullo stesso palco, a replicare a Salvini in un ultimo intervento a chiusura del dibattito. “Il reddito di cittadinanza – ha detto l’ex premier e ora presidente del Movimento 5 stelle – è una riforma complessa, l’abbiamo introdotto per la prima volta, ma nessuno vuole persone abili al lavoro in poltrona. L’Italia -ha ricordato l’ex premier- è uno degli ultimi paesi ad aver introdotto, secondo i dati Ocse, un sistema di protezione sociale. Non possiamo dimenticare che ci sono persone che vivono nella povertà più assoluta, e questo non ci può lasciare indifferenti. Si chiama inclusione sociale, e non mi pare che questo sia nell’orizzonte concettuale o valoriale di altri che hanno parlato prima di me”

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