Unica al mondo. La più conosciuta al mondo. La Taverna Anema e Core è ambassador di capresità in ogni angolo del globo, anche ufficialmente, con tanto di pergamena consegnata dal sindaco Marino Lembo. Una sfilata di celebrities: sono saliti sul palco a tammureggiare Zucchero, Lenny Kravitz e Katy Perry. Hanno lasciato i loro panfili ormeggiati e mezza Hollywood in trasferta da Jennifer Lopez a Beyoncè non hanno resistito alla tentazione di intonare con Guido Lembo: quando mametta t’ha fatta, vuo sapé come facette … pè impasta’ sta carne belle…
Ecco è quello che ha fatto Guido con la sua Taverna: ha mischiato glamour, note e un simil/ karaoke: cantano tutti, stonati e intonati. Famosi e non. Ha ragione Carlo Rossella che ha firmato la prefazione: “Su Anema ‘e Core un grande regista potrebbe farci un film. Ma senza una trama. Basta la gente. Un noto psicanalista che una sera lo ha accompagnato in taverna, osservando il pubblico ha detto: ”Qui tutti cantano e sono contenti”. Sembra essere la formula perfetta della felicità. Guido, ideatore di un format che tutto il mondo ha cercato di copiargli. Ma è come mangiare la pizza napoletana in Australia, non sarà mai la stessa.
Adesso Anema ‘e core è anche un’antologia formato design book, edito da Rizzoli, limited edition, con traduzione in inglese, per un illimitato numero di bella gente che è passata e passa di lì. Sfogliare le pagine equivale a lasciare scorrere ricordi di 50 anni di carriera. “Con Guido si respira sempre aria da dolce vita. Ha fatto ballare e cantare a squarciagola mezza Confindustria, tipi solitamente ingessati nei loro doppiopetti ( sì anche a Capri)”, in un dolce amarcord Guido Barendson, volto televisivo, presenza storica e coscienza critica dell’isola. Annamaria Boniello e Annachiara Della Corte, zia e nipote, hanno organizzato tutto loro nei giardini della Flora Caprese.

Sul palco sale Alessandro Preziosi: “ Sei il menestrello del mio cuore. Mi facevi canticchiare al Guarracino quando ancora non avevo l’età per entrarci. Ti devo tanto, mi facevi sentire come un tergicristallo impazzito quando cade la grandine”. Geppy Gleijeses, drammaturgo potente ed erede eduardianio: “Conosco Guido da quando i faraglioni erano piccirelli”. E gli dedica una strofa di Pulcinella: “Che tu possa campare altri cent’anni al di fuori di quelli che hai”. Dalle fotografie si riconosce un giovanissimo Enrico Mentana con chioma nera e riccioluta, Luca Montezemolo in duetto con Edwig Fenech. Hanno cantato perfino Cesare Romiti (stonatissimo), Paolo Fresco, allora amministratore delegato della Fiat, Bruno Vespa, una ieratica Ornella Vanoni, un solenne Lucio Dalla, e quel fighetto di Riccardo Scamarcio. Roberto Bolle non sa cantare ma lo perdoniamo, il suo scultoreo Lato B performa meglio di qualsiasi nota. Facce, ugole e tormentoni finiscono immortalati sui tamburelli personalizzati.
Dalla Trinità Penelope Cruiz, Javier Bardem e Diego Della Valle attovagliati nel super privè al compleanno di Valentino (il couturier). In ginocchio da te, omaggiando Luciano Pavarotti: “ Mi tremavano le gambe dall’emozione quando attaccò volare. Oh, Oh, Oh, sembrava che ne stessa cadendo la taverna, ricorda Guido. Poi il momento più bello quando guardando dritto negli occhi l’amore, dedica alla sua Anna, sua moglietà: “Tu sì, na cosa grande…”.

E se credete che ogni due e tre Guido prenda la chitarra in mano e gliela canti, vi sbagliate di grosso. Era la prima volta in 50 anni.
A raccogliere l’eredità dell’Ugola Caprese, più famosa everywhere, è il figlio Gianluigi, laurea in giurisprudenza una carriera diplomatica davanti a lui. Il padre gli fa “Puoi fare l’ambasciatore con Anema e’ Core. E ti diverti molto di più… “. Aveva ragione. Gianluigi oggi con una band, tutte eccellenze della musica made in sud, gira il mondo da Dubai a Rodeo Drive.
Il loro motto è sempre lo stesso: Chi ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato…
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