Un porto riapre, un aeroporto chiude. In Cina, di questi tempi, va così. Pechino ha una politica draconiana sulle misure di contenimento del virus: basta un positivo e si ferma tutto. Così lo scorso 11 agosto era stato fermato uno dei terminal del porto di Ningbo- Zhoushan, il terzo più importante del paese, provocando ulteriori problemi ad una filiera della logistica marittima già sotto forte stress. I costi del trasporto cargo via mare sono esplosi negli ultimi mesi mentre le consegne accumulano ritardi. Oggi l’annuncio che il terminal dovrebbe tornare operativo già da oggi. Su questo scalo transita un sesto di tutto il volume di merci movimentato dallo scalo.

Pechino ha però anche deciso di interrompere le attività nello Shanghai Pudong Air Cargo Terminal a seguito del contagio di 5 operatori. “Gli spedizionieri stanno provando a dirottare le merci verso rotte alternative come Zhengzhou, Guangzhou and Shenzhen – spiega un operatore – tuttavia dai primi riscontri sembrerebbe che i porti e aeroporti più trafficati del paese siano sotto quello che le autorità chiamano ‘close management’ ossia la procedura che obbliga i lavoratori a rimanere sul posto di lavoro per 14 giorni prima di tornare a casa e trascorrere altri 14 giorni di quarantena. La confusione in queste ore è massima”.

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