Partono, pur con grande ritardo, le novità previste dall’ultima legge di Bilancio per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps e alle casse professionali privatizzate. Se da luglio è possibile fare domanda per l’indennità straordinaria Iscro (quella che era stata presentata come la “cassa integrazione per gli autonomi“), dal 25 agosto scatta anche il tanto atteso esonero parziale dai contributi. Le istanze possono essere presentate all’istituto fino al 30 settembre dai lavoratori autonomi che, a causa della pandemia, nel 2020 abbiano subito una riduzione di fatturato non inferiore al 33% rispetto al 2019, quando devono aver percepito un reddito pari o inferiore a 50.000 euro. Occorre inoltre rispettare il requisito della regolarità contributiva e non essere titolari di un contratto di lavoro subordinato. Il tetto massimo dello sgravio è pari a 3.000 euro. Per la misura sono stati stanziati in tutto 2,5 miliardi.
L’esonero va chiesto attraverso il modello messo a disposizione per la propria gestione – da quella dei commercianti a quelle di artigiani, coltivatori diretti, operatori sanitari, mezzadri. Inps ricorda che “deve essere richiesto ad un solo Ente previdenziale e per una sola forma di previdenza obbligatoria”. Le casse previdenziali di categoria, da Inarcassa (Ingegneri e architetti) a quelle di avvocati, commercialisti consentono già dai primi di agosto di inviare domanda. L’ultima a muoversi è stata la cassa dei giornalisti (Inpgi), che consente di fare richiesta fino al 31 ottobre e fa sapere che non verrà data priorità a chi si muove prima: “Le modalità di fruizione, stabilite dalle norme, prevedono che qualora il totale delle richieste superi l’ammontare delle risorse stanziate dal governo, i ministeri procedano con una eventuale riparametrazione percentuale degli importi spettanti a titolo di esonero”.
Nel frattempo, dall’inizio di luglio gli iscritti alla gestione separata Inps hanno potuto iniziare a chiedere l’Iscro. L’indennità vale da da 250 a 800 euro al mese, per un massimo di sei mesi, e spetta solo a chi nel 2020 abbia guadagnato meno di 8.145 euro.