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The Legend of Zelda: Skyward Sword – nel remake migliorati comandi e fruibilità, punti critici del titolo originale

The Legend of Zelda: Skyward Sword è stato sicuramente uno Zelda atipico: da una parte i molti dialoghi e filmati, dall’altra un sistema di combattimento diverso dal solito, senza tralasciare tante piccole sbavature che avevano spaccato la critica in due.

Quello che è stato uno dei capitoli più “dimenticati” della saga aveva dunque davvero bisogno di essere riproposto in una versione più fresca e rivisitata, soprattutto dal punto di vista dei comandi: essendo all’epoca uscito su Wii, erano totalmente dipendenti dai movimenti del giocatore. Migliorati dunque i comandi, offrendo sia la possibilità di sfruttare i Joycon che quella di utilizzare il pad tradizionale – opzioni offerte dalla natura ibrida di Switch -, Nintendo ha risolto un altro dei grandi problemi che affliggevano Skyward Sword: la sua estrema verbosità.

L’azione e la bellezza delle ambientazioni si scontravano spesso con enormi quantità di dialoghi e i troppi consigli di Faih, lo spirito che accompagna il protagonista ed i giocatori in questa avventura. Velocizzando i dialoghi e riducendo i consigli dello spirito il titolo è divenuto molto più fruibile per qualsiasi giocatore che sia un fan della saga o al primo Zelda giocato: ora Skyward Sword è sicuramente un titolo migliore.

Anche la grafica è stata lucidata per l’occasione, con un miglioramento generale dei modelli e la possibilità di offrire 60 fotogrammi al secondo, cosa che aiuta ad ingannare l’occhio del giocatore, in quei punti un po’ troppo “spigolosi” del gioco.

Skyward Sword in definitiva è un pezzo interessante dell’immensa storia di Zelda, forse troppo lineare rispetto a Breath of the Wild, ma dotato di uno spirito avventuroso che sicuramente piacerà a chi sta cercando un gioco che lo porti in atmosfere fiabesche, senza perdersi in meccaniche complicate ma godersi solo un viaggio, quasi una favola di altri tempi.