Più che una partita a scacchi pare una sfida a braccio di ferro, talmente alta la posta in palio nello scontro frontale senza esclusione di colpi. Da un lato gli interessi planetari nel grande business in assenza del cosiddetto rischio zero, dall’altro la mobilitazione internazionale per la prevenzione del danno, tra dossier scientifici e aule di tribunale. L’ultimo pronunciamento ha dell’incredibile perché riguarda l’America, insieme alla Cina il colosso che più di ogni altro al mondo sta spingendo per il lancio del 5G, pensato pure dallo spazio: la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia ha infatti obbligato l’agenzia governativa Federal Communications Commission (Fcc) a spiegare perché abbia deliberatamente ignorato la letteratura biomedica e le evidenze scientifiche sui pericoli e danni da elettrosmog, mantenuti desueti ed obsoleti limiti di sicurezza per l’esposizione umana alle radiazioni wireless, stabiliti nel lontano 1996 attraverso una scelta “arbitraria e capricciosa“.

Undicimila pagine per 447 reperti in 27 volumi: sono i numeri schiaccianti delle prove portate in giudizio dalle associazioni a cui i giudici statunitensi hanno dato ragione: la Fcc ha autorizzato il 3G, il 4G, adesso il 5G persino col lancio in orbita di 12.000 satelliti wireless trincerandosi dietro linee guida stilate quando nell’aria addirittura c’era solo il 2G, scartando a priori qualsiasi aggiornamento ed evidenza sugli effetti atermici, ovvero biologici.

“La decisione della corte espone la Fcc come agenzia prigioniera che ha abbandonato il dovere di proteggere la salute pubblica a favore di una crociata ingaggiata per aumentare i profitti dell’industria delle telecomunicazioni”, ha ripetuto Robert F. Kennedy, nipote dell’indimenticato presidente assassinato, avvocato nella storica causa che potrebbe riscrivere la storia del 5G e della telefonia mobile. “Se i telefoni cellulari fossero un farmaco sarebbero stati banditi anni fa – sostiene la scienziata Devra Davis, ex premio Nobel, già nello staff di Clinton – il 5G non sarebbe mai stato autorizzato sul mercato. Un numero sempre crescente di studi pubblicati, ignorati dalla Fcc, indica chiaramente che l’esposizione alle radiazioni wireless può portare a numerosi effetti sulla salute, specialmente per i bambini. La ricerca indica che le radiazioni wireless aumentano il rischio di cancro, danneggiano la memoria, alterano lo sviluppo del cervello, influiscono sulla salute riproduttiva e molto altro”.

Anche per questo dal Parlamento europeo è spuntato un dossier sugli effetti sanitari e ambientali del 5G, commissionato dal Panel per il futuro della scienza e della tecnologia (Stoa) e redatto dall’Istituto Ramazzini: “L’introduzione della tecnologia MMW-5G senza ulteriori studi preventivi – chiarisce lo studio – significherebbe che si sta effettuando un ‘esperimento’ sulla popolazione umana, le cui conseguenze sono del tutto incerte”. Lo Stoa chiede alla Commissione di Bruxelles di adottare una moratoria europea, cioè fermare subito il 5G prima che sia troppo tardi, adottando l’inversione dell’onere della prova (cioè la dimostrazione della non nocività in capo alle Telco e non certo ai consumatori) secondo il principio del regolamento Ue sulle sostanze chimiche REACH ”no data, no market“, anche perché, scrivono gli scienziati tra le 175 pagine di dati e analisi, “nella sinossi dei risultati degli studi epidemiologici, in vivo e in vitro, vi sono prove sufficienti di un potenziale cancerogeno, in particolare delle gamme di frequenza precedentemente utilizzate di Gsm, Umts, Lte e 5G (da 450 a 6.000 MHz), così come gli effetti sulla fertilità”.

Esattamente come i giudici americani, anche dal Parlamento europeo sostengono che la valutazione del 5G, così come di qualsiasi altra tecnologia ad emissione di radiofrequenze, debba tener conto degli effetti non termici e dei soggetti più deboli come i bambini, cosa finora ignorata anche in Italia perché – come dimostro ampiamente nel mio ultimo libro d’inchiesta #Stop5G (Terra Nuova edizioni) – governi ed agenzie di controllo perseverano nell’adozione arbitraria dei protocolli ad esclusivo effetto termico stilati dalla controversa e discussa Commissione Internazionale per la Protezione dalla Radiazioni Non Ionizzanti (Icnirp), un ente privato (quindi non pubblico, né indipendente) composto per lo più da tecnici e fisici (quindi non medici), già al centro di numerosi scandali per conflitti d’interessi e contiguità con l’industria delle telecomunicazioni (anche secondo la sentenza 20202 della Corte d’Appello di Torino, stabilito il nesso del telefonino con un tumore alla testa, sconfessata l’Icnirp e le sue teorie termiche simulate sui fantocci riempiti di gel).

Infine, tra le grandi manovre che potrebbero arrestare l’avanzata del 5G, c’è attesa per l’aggiornamento della cancerogenesi dell’elettrosmog annunciato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Oms tra il 2022 e il 2024: “La classificazione (della cancerogenesi) delle radiofrequenze sarà sicuramente aggiornata, passando (da un possibile, Classe 2B) ad un probabile (Classe 2A) e forse anche provato cancerogeno per l’uomo (Classe 1)“, secondo quanto, stando all’accreditato blog Microwave News, avrebbe comunicato al Governo Draghi la tossicologa americana Linda Silber Birnbaum, ex direttrice del National Toxicology Program (NTP), l’agenzia statunitense che nel 2018 ha pubblicato i risultati sugli studi del cancro nel nesso da elettrosmog. Mentre in Italia l’Alleanza Contro il Cancro sta studiando nell’interazione coi campi elettromagnetici l’insorgenza del pericolosissimo glioblastoma (un tumore alla testa altamente aggressivo e letale).

Forse è per questo che, a luglio, il Parlamento ha bocciato l’emendamento che avrebbe innalzato di 110 volte il limite soglia d’irradiazione, portandolo da 6 a 61 V/m?

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