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Attentati a Kabul, Biden parla alla nazione: “Attacco dell’Isis-K. Vi daremo la caccia, la pagherete”. Dei Talebani dice: “Collaborano, non hanno interesse a ostacolarci”. E conferma il ritiro entro il 31 agosto

Il presidente americano deve affrontare il momento più difficile: un doppio attentato kamikaze all'aeroporto di Kabul che ha provocato almeno 90 morti, tra cui 12 americani. Nel suo discorso li definisce "eroi" e promette agli autori dell'attacco che "vi faremo pagare per ciò che avete fatto". Ma conferma anche la sua decisione di abbandonare l'Afghanistan entro il 31 agosto, sottolineando che fu l'ex presidente Donald Trump a negoziare l'accordo per il ritiro: "Immaginate dove sarei in questo momento se avessi rinegoziato il giorno dell’evacuazione. Avrei potuto solo portare altri soldati"

“Noi non vi perdoneremo, non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e vi faremo pagare per ciò che avete fatto”. Per Joe Biden sono le ore più difficili. Di fronte a lui lo scenario più tragico che poteva scaturire dalla crisi afghana e dalla sua decisione di abbandonare il Paese entro il 31 agosto: un doppio attentato kamikaze all’aeroporto di Kabul da parte dell’Isis che ha provocato almeno 90 morti. Tra le vittime si contano 12 americani: 11 marines e un medico. Ancora mille gli statunitensi da portare via per il Pentagono, che ammette: “Gli attacchi continueranno“. Rinchiuso nel bunker della Situation Room il presidente americano cancella tutti gli appuntamenti in agenda e alle ore 17 americane (le 23 in Italia) decide di parlare alla nazione: “C’è stato un attacco a Kabul. I terroristi ci hanno attaccato. È stato individuato come responsabile l’Isis-K che ha preso la vita di diverse persone e militari Usa. Sono rimasti feriti anche diversi civili”, dice Biden.

Eroi impegnati in una altruista missione pericolosa”, così il presidente definisce i militari americani morti nell’attentato. “Jill ed io siamo indignati oltre che con il cuore spezzato“, aggiunge, facendo fatica a trattenere le lacrime e chiedendo un minuto di silenzio per le vittime. Però “l’America non si farà intimidire”, assicura. Nel suo discorso promette che i responsabili dell’attentato saranno colpiti dagli Usa. Ma riconferma anche la data del 31 agosto per concludere il ritiro dall’Afghanistan e sottolinea che non ci sono prove di una “collusione” tra i talebani e il gruppo islamico ritenuto autore dell’attentato. I talebani, prosegue Biden, “collaborano e non hanno interesse a ostacolarci” nelle operazioni di evacuazione. Infine, difende la sua linea, ricordando che fu l’ex presidente Donald Trump a negoziare “un accordo con i talebani che avrebbe ritirato tutte le forze entro maggio, ricevendo in cambio che i talebani non avrebbero attaccato le forze americane”.

Il discorso di Biden
“Non ci faremo fermare dai terroristi, continueremo le nostre evacuazioni“, dichiara Biden. “La nostra missione continuerà e l’America non si lascerà intimidire”, aggiunge, spiegando che “se l’esercito ha bisogno di ulteriori forze le garantirò”. “Ci sono circa 5mila americani in Afghanistan” e l’operazione di evacuazione “non si fa in poco tempo“, prosegue il presidente Usa, confermando però la data ultima del 31 agosto per lasciare il Paese. “Non credo che i talebani siano buoni ma collaborano e contiamo sul fatto che è nel loro interesse che andiamo via dall’Afghanistan in modo puntuale e come prestabilito”, sottolinea Biden.

“Per quanto riguarda i terroristi dell’Isis-K che hanno ordinato questi attacchi li troveremo dovunque siano”, dichiara il presidente degli Stati Uniti. Gli Usa risponderanno “con forza e precisione” in Afghanistan, “non dimenticheremo, non perdoneremo, non ci lasceremo intimidire: questi terroristi dell’Isis non vinceranno“. “Ho informato i comandanti militari che qualunque cosa sarà necessaria io la garantirò, anche forze supplementari“, aggiunge Biden. Che poi annuncia: “Ho ordinato ai miei comandanti di sviluppare piani operativi per colpire l’Isis, le risorse chiave, la leadership e le sue strutture”.

“Il nostro interesse nell’andare in Afghanistan era prendere Osama bin Laden, spazzare via al-Qaeda e impedire che potesse accadere” un nuovo 11 settembre, ricorda Biden. “Io ho la responsabilità per tutto quello che è successo”, risponde il presidente Usa a un cronista. Poi però Biden difende la sua linea: “Ma voi sapete che un ex presidente (Trump, ndr) ha fatto un accordo con i talebani che avrebbe ritirato tutte le forze entro maggio, ricevendo in cambio che i talebani non avrebbero attaccato le forze americane. Ricordate? Io credo che le persone possono essere ferite, uccise. Il motivo per cui non ci sono stati attacchi da febbraio è perché Trump ha promesso di ritirare le truppe dal primo maggio“, evidenzia Biden. “Sì, rispetto la sua decisione del ritiro. Ma immaginate dove sarei in questo momento se avessi rinegoziato il giorno dell’evacuazione. Avrei potuto solo portare altri soldati“, aggiunge. Poi conclude: “Era arrivato il momento di porre termine a una guerra di 20 anni“.

Trump e non solo: gli attacchi interni
Biden parla alla nazione mentre la Casa Bianca appare sempre più assediata da feroci polemiche e tra i repubblicani cresce il fronte di chi invoca l’impeachment, se non addirittura le dimissioni immediate del presidente. Tra questi non poteva mancare Donald Trump: “Non dovrebbe essere un grosso problema dal momento che non è stato eletto legittimamente”, afferma l’ex presidente. Biden cerca una via di uscita non facile: sul tavolo le diverse opzioni che, secondo gli osservatori, potrebbero andare da un completamento dell’evacuazione entro il 31 agosto come previsto a una reazione sul campo contro un attacco che nelle ultime ore era stato ampiamente annunciato dagli 007 Usa e alleati. Uno scenario quest’ultimo problematico, visto il controllo del potere a Kabul ormai nelle mani dei talebani e la difficoltà di individuare degli obiettivi tra i militanti dell’Isis, autori dell’attentato.

“A questo punto il presidente si deve dimettere“, ha affermato per primo il deputato repubblicano Mike Garcia, venendo allo scoperto e affermando quello che in tanti nel suo partito pensano, non solo Trump. Anche l’ex ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley, che in molti vedono candidata alle presidenziali del 2024, agita lo spettro delle dimissioni pur mettendo in guardia dal fatto che sostituire Biden con la vice Kamala Harris sarebbe addirittura peggio. Finora l’ipotesi impeachment, caldeggiata anche da un big come il senatore Lindsay Graham, o quella della rimozione attraverso il meccanismo del 25esimo emendamento della Costituzione, era stata presa in considerazione solo con la possibile riconquista da parte dei repubblicani del controllo di almeno una delle due camere del Congresso, nelle elezioni di metà mandato del prossimo anno. Ora tutto potrebbe precipitare.