“Monoclonali per tutti”, o forse no. In Aifa il vento sugli anticorpi è radicalmente cambiato. Luca Zaia, che rivendica il primato in materia, lo intercetta e promette di darli a tutti. Ma il cambio di passo si scontra con la resistenza e i ritardi della burocrazia. Procede ancora per strappi la via italiana agli anticorpi monoclonali, ad oggi unica cura autorizzata al mondo contro il Covid. Stavolta non è una questione di risorse, perché i fondi per acquistare i farmaci (400 milioni) sono stanziati da tempo.
A marzo l’autorità del farmaco aveva autorizzato, a fatica e con molte riserve, il loro impiego in emergenza limitandone la prescrizione ai soli soggetti a rischio, con gravi patologie pregresse, fragili con comorbidità e ultrasettantenni precocemente diagnosticati. Una platea decisamente ristretta e forse troppo, perché dopo sei mesi i numeri del monitoraggio sulle prescrizioni in Italia restano a dir poco disarmanti: solo 7.500 in sei mesi, non più di 400 a settimana, mentre i contagi riprendono a salire, sospinti dalle riaperture e dalle mutazioni del virus. Il sottoutilizzo in Italia dunque è ormai conclamato.
Per questo il 4 agosto scorso, senza troppa pubblicità, il Cts di Aifa ha corretto l’indicazione principale, in senso estensivo, con una delibera ad hoc che parla semplicemente di “soggetti a rischio di progressione al Covid-19 severo”, aprendo così le maglie della prescrittibilità. Più precisamente Aifa non ha modificato l’indicazione clinica, per cui gli anticorpi monoclonali possono essere prescritti solo attraverso una prescrizione informatizzata messa a disposizione per tutte le Regioni dalla stessa Aifa tramite il suo registro, che indica ancora con precisione i criteri di inclusione e di esclusione dal trattamento. Ha modificato però questi registri eliminando i vincoli sui fattori di rischio, e affidando al medico il compito di selezionare il paziente candidato al trattamento, se ritenuto appunto ad “alto rischio di progressione a Covid 19 severo”.
A spingere in questa direzione era stato il presidente Giorgio Palù, tra i più fervidi sostenitori delle terapie a base di anticorpo. A luglio aveva messo la questione all’ordine del giorno perché usati molto meno in Italia che in altri Paesi: cinque volte meno che gli Usa, tre volte meno della Germania. La logistica mostra il fallimento nei numeri. I monoclonali andrebbero somministrati a domicilio, sia in forma endovenosa in ospedale che come iniezione intramuscolo a domicilio, anche a pazienti gravi che non abbiano però sviluppato anticorpi contro il virus.
Ci sta provando, come detto, il governatore del Veneto, Luca Zaia. La “sua” regione da sola vanta il 50% di tutte le somministrazioni fatte finora in Italia, lui coglie la palla al balzo. Nella conferenza stampa di oggi ha annunciato di aver inviato una lettera a tutte le aziende ospedaliere per informarle che “sarà possibile somministrare i monoclonali a tutti, mentre prima erano destinati solo a chi aveva anche altre patologie, ora invece le cure con i monoclonali sono aperte a tutti”. Non proprio tutti in realtà.
In Italia, si sa, la burocrazia ha sempre un posto in prima fila. Mentre stanno per arrivare i monoclonali di seconda generazione, quelli che si fanno intramuscolo e non per via endovenosa, manca ancora una determina Aifa che ne consenta la somministrazione domiciliare, indicata da tutti come via maestra per il futuro delle terapie. Per cui si parla sempre e solo di anticorpi somministrabili in via endovenosa in centri autorizzati.
Non solo. Gli studi recenti hanno dimostrato un’efficacia degli anticorpi anche sui pazienti tardivamente diagnosticati che non sviluppano anticorpi. La determina del 4 agosto che allarga la platea a tutti i “soggetti a rischio” doveva contenere un’indicazione specifica per questi soggetti che però non c’è. Colpa di un errore, forse eccesso di zelo burocratico. In ogni caso l’indicazione nella determina si è persa per strada. E ora tocca rimetterci mano, rettificandola e ripubblicandola in Gazzetta.
Cronaca
Monoclonali, Aifa allarga la platea dei pazienti. In Veneto Zaia promette: “Anticorpi per tutti”. Ma la burocrazia frena il cambio di passo
Solo 7500 prescrizioni in sei mesi, cinque volte meno che negli Usa, tre volte meno della Germania. Il presidente dell'Aifa Giorgio Palù chiede di allargare la platea dei soggetti e il 4 agosto arriva la determina che amplia la prescrittibilità a tutti i "soggetti a rischio di progressione al Covid g19 severo”. Ma manca l'indicazione per tutti gli ospedalizzati tardivamente diagnosticati che non sviluppano anticorpi. E la delibera deve essere rettificata e ripubblicata in Gazzetta
“Monoclonali per tutti”, o forse no. In Aifa il vento sugli anticorpi è radicalmente cambiato. Luca Zaia, che rivendica il primato in materia, lo intercetta e promette di darli a tutti. Ma il cambio di passo si scontra con la resistenza e i ritardi della burocrazia. Procede ancora per strappi la via italiana agli anticorpi monoclonali, ad oggi unica cura autorizzata al mondo contro il Covid. Stavolta non è una questione di risorse, perché i fondi per acquistare i farmaci (400 milioni) sono stanziati da tempo.
A marzo l’autorità del farmaco aveva autorizzato, a fatica e con molte riserve, il loro impiego in emergenza limitandone la prescrizione ai soli soggetti a rischio, con gravi patologie pregresse, fragili con comorbidità e ultrasettantenni precocemente diagnosticati. Una platea decisamente ristretta e forse troppo, perché dopo sei mesi i numeri del monitoraggio sulle prescrizioni in Italia restano a dir poco disarmanti: solo 7.500 in sei mesi, non più di 400 a settimana, mentre i contagi riprendono a salire, sospinti dalle riaperture e dalle mutazioni del virus. Il sottoutilizzo in Italia dunque è ormai conclamato.
Per questo il 4 agosto scorso, senza troppa pubblicità, il Cts di Aifa ha corretto l’indicazione principale, in senso estensivo, con una delibera ad hoc che parla semplicemente di “soggetti a rischio di progressione al Covid-19 severo”, aprendo così le maglie della prescrittibilità. Più precisamente Aifa non ha modificato l’indicazione clinica, per cui gli anticorpi monoclonali possono essere prescritti solo attraverso una prescrizione informatizzata messa a disposizione per tutte le Regioni dalla stessa Aifa tramite il suo registro, che indica ancora con precisione i criteri di inclusione e di esclusione dal trattamento. Ha modificato però questi registri eliminando i vincoli sui fattori di rischio, e affidando al medico il compito di selezionare il paziente candidato al trattamento, se ritenuto appunto ad “alto rischio di progressione a Covid 19 severo”.
A spingere in questa direzione era stato il presidente Giorgio Palù, tra i più fervidi sostenitori delle terapie a base di anticorpo. A luglio aveva messo la questione all’ordine del giorno perché usati molto meno in Italia che in altri Paesi: cinque volte meno che gli Usa, tre volte meno della Germania. La logistica mostra il fallimento nei numeri. I monoclonali andrebbero somministrati a domicilio, sia in forma endovenosa in ospedale che come iniezione intramuscolo a domicilio, anche a pazienti gravi che non abbiano però sviluppato anticorpi contro il virus.
Ci sta provando, come detto, il governatore del Veneto, Luca Zaia. La “sua” regione da sola vanta il 50% di tutte le somministrazioni fatte finora in Italia, lui coglie la palla al balzo. Nella conferenza stampa di oggi ha annunciato di aver inviato una lettera a tutte le aziende ospedaliere per informarle che “sarà possibile somministrare i monoclonali a tutti, mentre prima erano destinati solo a chi aveva anche altre patologie, ora invece le cure con i monoclonali sono aperte a tutti”. Non proprio tutti in realtà.
In Italia, si sa, la burocrazia ha sempre un posto in prima fila. Mentre stanno per arrivare i monoclonali di seconda generazione, quelli che si fanno intramuscolo e non per via endovenosa, manca ancora una determina Aifa che ne consenta la somministrazione domiciliare, indicata da tutti come via maestra per il futuro delle terapie. Per cui si parla sempre e solo di anticorpi somministrabili in via endovenosa in centri autorizzati.
Non solo. Gli studi recenti hanno dimostrato un’efficacia degli anticorpi anche sui pazienti tardivamente diagnosticati che non sviluppano anticorpi. La determina del 4 agosto che allarga la platea a tutti i “soggetti a rischio” doveva contenere un’indicazione specifica per questi soggetti che però non c’è. Colpa di un errore, forse eccesso di zelo burocratico. In ogni caso l’indicazione nella determina si è persa per strada. E ora tocca rimetterci mano, rettificandola e ripubblicandola in Gazzetta.
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Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Un partito di centro serve. E sarà decisivo. Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto al Pd di Schlein, le elezioni non si vincono. Ho l'ambizione di costruirlo, non di guidarlo. E non voglio regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale. Lo spazio c'è e va coperto. La destra della Meloni e molto diversa dalla destra di Berlusconi: è una coalizione giustizialista che rifiuta la cultura liberale". Lo afferma Matteo Renzi, in un'intervista a 'La Stampa'.
"Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd -aggiunge l'ex premier- per fare le scarpe alla Schlein: la storia del federatore, il Papa straniero. Per me la coalizione la guida chi ha più voti. E il centro lo guida chi ha più idee".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Quello che è sicuro, e lo dico da avvocato penalista, è che il carcere ha due funzioni: una retributiva e una educativa. Quando tu dai cinque anni di carcere devi sperare che in quei cinque anni il condannato migliori ma contemporaneamente che paghi la sua colpa. Il problema è: riusciamo noi a dare alla detenzione queste due funzioni? Se riusciamo a darle non abbiamo bisogno né di amnistia né di indulto. Se non ci riusciamo, a volte è corretto rifugiarsi in amnistie o piccoli indulti". Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un'intervista a 'Il Giornale'.
Palermo, 30 dic. (Adnkronos) - Un carico di 640 pericolosissimi ordigni rudimentali stava per essere venduto in strada, ma l’intervento tempestivo della Polizia di Stato di Catania ha mandato in fumo il piano criminale di due uomini, un 37enne di Tremestieri Etneo e un 36enne di San Giovanni La Punta. I due “soci” sono stati individuati nella zona di corso Indipendenza mentre confabulavano con altre due persone scese da un’auto in sosta. Il loro atteggiamento ha insospettito i poliziotti, che, quindi, hanno effettuato un accurato controllo, identificando i quattro e perquisendo i veicoli. Non appena sono stati chiesti i documenti, gli agenti si sono accorti che due di loro avevano le mani macchiate di nero, sporche di polvere da sparo.
Una volta aperto il bagagliaio dell’auto, i poliziotti hanno scoperto diversi cartoni con all’interno numerosi ordigni rudimentali, ragion per cui è stato richiesto l’intervento immediato del nucleo artificieri della Questura che, giunti sul posto, hanno prioritariamente messo in sicurezza l’ingente quantitativo di materiale esplodente che è stato sequestrato per poi essere distrutto. Dall’analisi e dalla catalogazione degli ordigni, è stato possibile constatare che i due andavano in giro con 640 bombe fatte in casa, denominate “bombe Sinner”, in omaggio al celeberrimo campione di tennis. Si tratta di botti contraddistinti da un involucro di colore arancione e aventi portata micidiale.
I poliziotti hanno ritenuto necessario approfondire le verifiche ed estendere la perquisizione anche alle rispettive abitazioni del 37enne e del 36enne, nella convinzione che ulteriore materiale esplodente potesse trovarsi nella loro disponibilità. Le intuizioni si sono rivelate fondate dal momento che in casa di uno dei due, sono state trovate e sequestrate altre 110 “bombe Sinner”, custodite in modo del tutto illegale, senza precauzioni, con un concreto ed elevato rischio per l’incolumità dei residenti della zona. Oltre al materiale esplodente, i poliziotti hanno scovato una pistola e munizioni da guerra, nascoste in casa tra suppellettili e immediatamente poste sotto sequestro.
Oltre agli ordigni fai-da-te, i poliziotti hanno trovato il materiale utilizzato per la loro produzione, segno che l’uomo avesse trasformato una parte dell’abitazione in un laboratorio abusivo per fabbricarli in vista del Capodanno, incurante dell’elevato rischio per la sua famiglia e per le case vicine. Infatti, il nucleo artificieri ha avuto modo di accertare come la quantità di botti sequestrati sarebbe stata in grado di produrre effetti devastanti anche su immobili di recente costruzione, anche perché l’accensione di uno di essi avrebbe potuto portato alla cosiddetta accensione a catena con effetti devastanti.
I due uomini sono stati arrestati per porto in luogo pubblico e detenzione di ordigni e, su disposizione del PM di turno, sono stati condotti in carcere in attesa del giudizio di convalida da parte del GIP, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva. Le attività di controllo dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania hanno già portato, negli ultimi mesi, al sequestro di un ingente quantitativo di materiale esplodente, sottraendolo al mercato nero e preservando la sicurezza dei cittadini, soprattutto dei più giovani che, ignari della pericolosità del maneggio di artifizi pirotecnici, si espongono a concreti rischi per la loro incolumità.
Ulteriori azioni di contrasto alla vendita e alla custodia di fuochi senza licenza sono state rafforzate per i prossimi giorni in vista della notte di San Silvestro.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Chi sta usando i farmaci sotto prescrizione medica può tranquillamente guidare. Come faceva l'anno scorso". Così Matteo Salvini in una diretta social. "Ovviamente ci sono farmaci che impediscono di guidare nelle ore successive, però esattamente come l'anno scorso chi prende dei farmaci oncologici. Abbiamo istituito un tavolo tecnico proprio per andare incontro alle centinaia di migliaia di pazienti che dietro somministrazione medica usano dei farmaci".
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - “Costruttivo, senza pregiudizi, determinato, ma sempre improntato ad un dialogo costante con il governo per fare davvero gli interessi dei lavoratori. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in questi anni ha avuto il merito di confrontarsi con le istituzioni, criticando e proponendo allo stesso tempo soluzioni, senza però mai cercare, a differenza degli altri sindacati, il pretesto dello scontro e dell’istigazione alla rivolta sociale. A lui va il mio apprezzamento e il sincero ringraziamento di come ha svolto la sua delicata e fondamentale funzione, sempre e solo dedicata a tutelare davvero chi lavora”. Così, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Ringraziamo Luigi Sbarra per il grande e costruttivo contributo che, alla guida della Cisl, ha dato alla tutela degli interessi dei lavoratori in Italia ed al mondo delle relazioni industriali. Ha guidato il sindacato con una vera visione strategica e con la consapevolezza che il dialogo tra le parti sociali e’ la chiave per rendere il sistema produttivo sempre più equo, dinamico e sostenibile. Lo ha fatto rispettando il ruolo e l’autonomia sindacale, senza mai trasformare la Cisl nell’appendice di una parte politica. Abbiamo sottoscritto la sua proposta di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda e continueremo a sostenerla politicamente in Parlamento. Auguriamo a Luigi Sbarra di continuare a contribuire, con la stessa dedizione, al bene dell’Italia”. Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - "Avere ridotto del 25 per cento, dal 14 al 28 dicembre, nei primi quindici giorni del nuovo Codice della strada, il numero di morti sulle strade è qualcosa che dovrebbe rendere orgoglioso me e voi". Lo dice Matteo Salvini in una diretta social.
"Mi faccio carico volentieri se c'è qualche polemica, ho le spalle larghe, ho rischiato 6 anni per aver bloccato immigrati clandestini. Quindi figurarsi se per salvare vite umane non mi faccio carico di qualche polemica e degli attacchi di Vasco o di radical chic di sinistra".