Nel nuovo report settimanale, la Fondazione riporta che la media mobile delle somministrazioni di vaccini a 7 giorni è passata dal picco di oltre 592mila del 28 luglio a poco più di 198mila il 20 agosto, con un decremento del 66%. Nuovi casi stabili da tre settimane
I nuovi casi sono stabili da circa tre settimane, ma continuano a salire i ricoveri tra i non vaccinati, mentre il numero di somministrazioni crolla di quasi due terzi. È il quadro degli indicatori sanitari tracciato dal monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe, che affronta anche il tema della riapertura delle scuole: “Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo”, avverte il presidente Nino Cartabellotta. “Se il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il Dl 111 del 2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa”, si legge.
Gimbe evidenzia come non esista “alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico) mentre i 350 milioni del decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta” rimarca Gimbe. “Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l’obbligo del Green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco ragionato, esclusivamente sulla copertura vaccinale”, conclude la Fondazione.
Il report che analizza la settimana 18-24 agosto, rispetto alla precedente, evidenzia un leggero incremento di nuovi casi (45.251 contro 43.365) e decessi (345 contro 237). Crescono anche gli attualmente positivi (135.325 contro 129.116), le persone in isolamento domiciliare (130.785 contro 125.221), i ricoverati con sintomi (4.036 contro 3.472) e le terapie intensive (504 contro 423). Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, evidenzia come “i nuovi casi settimanali dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, fanno registrare un lieve incremento visibile anche nella media mobile dei casi giornalieri, pur rimanendo sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti”. In 68 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100 mila abitanti: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Cagliari (239), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Palermo (163), Prato (163) e Agrigento (156).
Il dato da non sottovalutare nel mese di agosto è quello relativo alle somministrazioni dei vaccini, che crollano del 66%. Sono, infatti, “4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, di cui 3,52 milioni (12,9%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali (dal 19,6% della Sicilia al 8,2% della Puglia). Visto il sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d’età, i dati confermano l’esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40. Rimangono ancora notevoli differenze di copertura vaccinale tra le diverse classi anagrafiche”, riporta il documento.
Secondo l’analisi della Fondazione, la media mobile a 7 giorni è passata dal picco di oltre 592 mila del 28 luglio a poco più di 198 mila il 20 agosto. Oltre all’esitazione vaccinale, “sono varie le motivazioni alla base di questa brusca frenata – sottolinea Cartabellotta – dalle mancate prenotazioni durante le vacanze da parte degli utenti, alle ferie degli operatori sanitari, e la progressiva riduzione delle seconde dosi da somministrare. D’altro canto – ribadisce il presidente della Fondazione – con la disponibilità di un consistente numero di dosi abbiamo perso l’opportunità di accelerare la campagna in alcune fasce d’età, soprattutto in quella 12-19 anni cruciale per l’imminente inizio delle scuole”.