Anche Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, è intervenuto sul caso di Mario, nome di fantasia, un 43enne tetraplegico che ha fatto causa all’azienda sanitaria regionale delle Marche per omissione di atti d’ufficio dopo che l’Azienda, nonostante diverse sollecitazioni, non ha verificato le sue condizioni di salute per poter accedere al suicidio assistito. “Quando mi ha contattato nel giugno 2020, Mario (nome di fantasia) aveva già preso contatti con la Svizzera e avrebbe potuto partire nel settembre 2020. Ma se non è partito, è esclusivamente perché l’abbiamo informato della possibilità di agire legalmente nel suo Paese”, ha spiegato Cappato da Ancona. “È passato un anno, e se oggi Mario sta continuando questa battaglia è perché vuole, pretende, con una forza e una serenità ammirabili, di ottenere un proprio diritto”, ha continuato, lanciando un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al governo affinché “intervengano” per “far rispettare i diritti di Mario”. Mario, ex autotrasportatore, da dieci anni è immobilizzato dopo un incidente stradale.

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Suicidio assistito, denunciata azienda sanitaria che rifiutò richiesta di valutazione: è il primo caso in Italia. “Omissione e diritto violato”

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