Dopo giorni di illazioni e ipotesi è arrivato almeno il primo punto fermo sulla durata del Green pass, il documento che certifica la vaccinazione, la guarigione da Covid (o un tampone negativo con validità di 48 ore) Il Cts, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, ha dato il via libera alla proroga a 12 mesi per la validità del certificato necessario per poter entrare in luoghi al chiuso, come bar o ristoranti, ma anche palestre, piscine, musei e concerti.
Dal primo settembre l’obbligo di certificazione verde è esteso anche ai trasporti, alla scuola e all’università. Quello del Comitato tecnico scientifico è un parere, ma la decisione spetta come sempre al governo. I 9 mesi previsti, comunque, stavano per scadere per il personale sanitario. Per medici, infermieri e lavoratori della sanità le vaccinazioni sono iniziate tra fine dicembre e inizio gennaio. E anche gli insegnanti, categoria prioritaria, in autunno avrebbero avuto le prime scadenze.
La ipotizzata proroga lasciava più di una perplessità a fronte di recenti studi sulla riduzione a causa della variante Delta della protezione dei vaccini. In una intervista sul Corriere della Sera il professor Sergio Abrignani, immunologo, componente del comitato tecnico scientifico ha spiegato che “le persone vaccinate per prime a gennaio, i medici, a settembre ottobre saranno a 9 mesi dalla doppia dose e tecnicamente il loro green pass non sarebbe più valido. È ragionevole prevedere una proroga a 12 mesi. La protezione del vaccino diminuisce ma si mantiene comunque alta. In Israele si comincia a osservare che i vaccinati dopo 6-10 mesi si infettano più che dopo tre mesi, quando l’efficacia dei composti anti Covid è al 95%. Successivamente si abbassa all’80-85% nella capacità di evitare forme gravi di malattia e infezione”. Non è tuttavia una contraddizione prorogare la validità del greenpass e ammettere che dopo due dosi l’efficacia si abbassa “perché – spiega – dopo due dosi la maggioranza è ancora protetta. Intanto però finiamo di immunizzare entro ottobre l’80 dei vaccinabili poi si penserà alla terza a fine anno o all’inizio del prossimo”. Alternative “non ce ne sono abolire il green pass, quindi tornare alle chiusure? Oppure, altra pazzia, abolire il passaporto verde e proclamare il liberi tutti? Ambedue soluzioni di fatto impraticabili”. A ricevere la terza dose in via prioritaria “i sanitari dovrebbero essere i primi e uso il condizionale. Assieme ai fragili, ai pazienti persone con deficit del sistema immunitario o in chemioterapia. Poi si passerà agli over 60 che in Italia sono 18 milioni”.