Caporalato su oltre 70 lavoratori. Questa l’accusa rivolta dalla Procura di Milano a Guglielmo Stagno d’Alcontres, 33 anni di origini messinesi e fondatore di StraBerry, ‘Start up’ con serre fotovoltaiche sui terreni di Cascina Pirola e Cassine De Pecchi nel Milanese. Per lui è stato richiesto il richiesto il rinvio a giudizio. L’azienda guidata dall’ex bocconiano coltivava fragole, mirtilli, lamponi e more che venivano poi venduti in centro a Milano con alcuni Apecar. La richiesta di procedere con il processo riguarda anche altre tre persone, fra cui la madre dell’imprenditore.

L’azienda era stata sequestrata ad agosto dell’anno scorso. Secondo l’accusa, l’imprenditore, sua madre e altri due imputati – addetti alla sorveglianza dei braccianti e alle buste paga – dal 2018 hanno minacciato e sottoposto 73 lavoratori, tutti stranieri, a “condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno”. I magistrati ritengono che i braccianti venissero pagati 4 euro all’ora per lavorare nei campi, senza servizi igienici a disposizione, e che fossero sottoposti a “metodi di sorveglianza” e insulti se parlavano, ricaricavano il telefono o bevevano acqua.

L’imprenditore, come si legge sempre nell’imputazione, si faceva chiamare “capo grande o capo grosso”. Intercettato diceva: “Con loro devi lavorare in maniera tribale”. E stabiliva, scrive il pm, come punirli “a seconda degli errori commessi”. Erano costretti a raccogliere almeno una trentina di cassette di fragole al giorno. Ora il giudice per l’udienza preliminare Fabrizio Filice dovrà fissare la data dell’udienza. L’azienda è tornata sotto sequestro nelle scorse settimane.

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