L'avvio della riduzione degli acquisti partirà entro la fine dell'anno ma non sarà necessariamente accompagnato da un incremento dei tassi. Il governatore della banca centrale statunitense Jerome Powell ricorda come siano stati raggiunti gli obiettivi su inflazione e occupazione ma anche che l'economia mostra ancora elementi di debolezza
Potrebbe iniziare nei prossimi mesi la progressiva riduzione degli acquisti mensili di titoli sul mercato da parte della Federal Reserve. L’ora del cosiddetto “tapering” insomma è arrivata. L’annuncio era nell’aria, oggi è uscito dalla bocca del governatore della banca centrale statunitense Jerome Powell, intervenuto al simposio di Jackson Hole, località montana del Wyoming, dove si riuniscono ogni anno i banchieri centrali. Nel linguaggio felpatissimo delle banche centrali Powell ha affermato che “E’ appropriato avviare il processo di riduzione degli acquisti di asset quest’anno”. Il governatore ha specificato che “Una riduzione degli acquisti di asset non è un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse“.
Quello indicato da Powell è quindi un percorso meno rigido e vincolante rispetto a quello auspicato da alcuni “falchi”. La versione “soft” della stretta monetaria prospettata dal governatore spiega perché le sue parole abbiano causato un’impennata dell’euro, passato in pochi minuti da 1,174 a quasi 1,18 dollari. Per la stessa ragione l’indice di Wall Street S&P500 ha incrementato il suo rialzo segnando l’ennesimo record storico.
“Abbiamo detto che avremmo continuato gli acquisti di asset all’attuale velocità fino a ulteriori sostanziali progressi verso gli obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi. Ritengo che tali progressi siano stati raggiunti per l’inflazione. Ci sono inoltre chiari progressi verso la massima occupazione. Se l’economia evolve come previsto, sarà appropriato iniziare a ridurre la velocità degli acquisti di asset quest’anno”, ha spiegato Powell. Al momento la Fed acquista 120 miliardi di dollari di asset al mese, con lo scopo di sostenere mercati ed economia. Il rovescio della medaglia è che questa politica monetaria ultra espansiva può favorire un incremento dell’inflazione. Quella statunitense ha ormai raggiunto il 5,4%.
D’altro canto l’orizzonte non è del tutto sgombro da nubi sulla ripersa. “La pandemia resta una minaccia alla crescita e la variante Delta crea rischi di breve termine”, ha puntualizzato Powell. “L’economia americana ha compiuto “chiari progressi” ma restano “debolezze” nel mercato del lavoro: in questo contesto una mossa inopportuna e intempestiva della politica monetaria potrebbe rallentare l’attività economica”. Powell ha ribadito che secondo la Fed il balzo dei prezzi è temporaneo e che l’inflazione tornerà al target del 2%.