Joe Biden lo aveva promesso durante la conferenza stampa seguita all’attentato all’aeroporto di Kabul che ha ucciso almeno 200 persone, tra cui 13 militari americani: “Sappiamo dove si trovano le menti dell’attacco, gliela faremo pagare“. Circa 24 ore dopo gli Stati Uniti hanno comunicato di aver ucciso in un attacco con un drone armato alcune delle menti dello Stato Islamico nella Provincia del Khorasan, il braccio afghano dell’organizzazione, dietro alla pianificazione della strage allo scalo della capitale. Inizialmente si era parlato di un terrorista neutralizzato, ma durante il punto stampa del Pentagono i militari hanno fatto sapere che i jihadisti uccisi sono in realtà due e sono soggetti “di alto profilo”, pur non comunicando i loro nomi, con un altro che è rimasto ferito. Il raid, a detta dello stesso presidente Biden, potrebbe non essere l’ultimo: “La minaccia di attacchi terroristici all’aeroporto di Kabul resta alta – ha detto – i comandanti mi hanno informato che un attacco è molto probabile nelle prossime 24-36 ore”.
Intanto il passaggio di consegne non si arresta. Proprio in mattinata i militari americani hanno lasciato ai Taliban il controllo dei gate dell’aeroporto: adesso la prima fascia di sicurezza dello scalo della capitale è affidata alle milizie del mullah Hibatullah Akhundzada. Inoltre è iniziata anche la fase di ritiro dei militari statunitensi che dovrà concludersi entro il 31 agosto. Tanto che un portavoce dei talebani, citato dall’agenzia Reuters, ha affermato che i miliziani avranno il controllo completo dell’aeroporto di Kabul “molto presto”, nelle stesse ore in cui, secondo il Guardian, lo scalo di Kabul viene progressivamente isolato, lasciando fuori dal perimetro le migliaia di persone che ancora cercavano un accesso. “E’ presto – ha aggiunto – per decidere se avremo bisogno dell’aiuto della Turchia o del Qatar per gestire lo scalo”. Lo stesso portavoce, commentando l’attacco Usa contro obiettivi dell’Isis-K, ha detto che gli americani “avrebbero dovuto informarci prima di compiere l’attacco aereo. E’ stato un raid in territorio afghano, due persone sono state uccise, due donne e un bambino sono rimasti feriti”. Nel frattempo, gli stessi talebani hanno annunciato il varo del nuovo governo per la prossima settimana. A dirlo è stato il portavoce Zabihullah Mujahid all’agenzia Reuters. Mujahid ha affermato che sono già stati nominati i funzionari per gestire le istituzioni chiave, inclusi i ministeri della Sanità pubblica e dell’Istruzione, e la banca centrale. Il portavoce ha poi affermato che i problemi economici che attualmente colpiscono il Paese saranno alleviati una volta insediato il nuovo governo.
Sul fronte occidentale, però, l’allerta è ai livelli massimi per paura di ulteriori ritorsioni dell’Isis e di altri gruppi fondamentalisti. Una paura che, secondo la Cnn si estende anche a possibili operazioni in territorio statunitense. La all news americana cita una riunione tra i vertici dell’Homeland Security (Dhs) e i responsabili della giustizia federale americana. In particolare, si stanno tracciando “tre minacce principali”, compresa l’infiltrazione di cellule dell’Isis o di al-Qaeda nel processo di evacuazione: “È in corso un approfondito screening di chi entra”, ha detto nell’incontro il capo dell’intelligence del Dhs, John Cohen. E dalle testimonianze raccolte dalla Bbc emerge che durante l’attacco terroristico all’aeroporto “molte” delle persone morte “sono state uccise dai soldati americani” nella calca e nella confusione seguita alle esplosioni: “Ho visto militari americani e dietro di loro militari turchi – ha spiegato il fratello di una delle vittime – Gli spari arrivavano da lì, dalle torri”. “Non possiamo né confermarlo né smentirlo”, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby.
Quanto alla ricostruzione della rappresaglia americana, a darne notizia è stato per primo il Pentagono, mentre fonti citate da diversi media americani spiegano che uno dei terroristi colpiti dalla reazione Usa è stato uno degli organizzatori dell’attentato all’aeroporto, ma non vi ha preso parte in prima persona. L’operazione è stata condotta dopo l’approvazione del presidente Biden e ad autorizzarla è stato il segretario della Difesa, Lloyd Austin.
Il mezzo armato americano ha infatti preso di mira e colpito un veicolo su cui il terrorista stava viaggiando. Secondo quanto si apprende, l’uomo stava anche organizzando, insieme ad altri componenti del gruppo terrorista, “futuri attacchi” contro civili e militari occidentali. E proprio l’escalation di violenza, un botta e risposta a suon di attacchi, è ciò che l’amministrazione Usa vuole evitare, a tre giorni dall’evacuazione definitiva di tutto il personale straniero e dei collaboratori afghani. Per questo adesso l’ambasciata americana a Kabul ha invitato nuovamente gli americani a “non andare all’aeroporto. I cittadini che sono ora” ad alcuni degli ingressi dello scalo “devono lasciarli immediatamente” perché ci sono “minacce alla sicurezza”.
Intanto, come anticipato nei giorni scorsi dai vertici Taliban, il gruppo che oggi ha in mano il Paese ha invitato tutte le dipendenti del ministero della Sanità Pubblica a riprendere il lavoro, dopo che erano state obbligate a rimanere a casa per “motivi di sicurezza”: “Tutte le dipendenti donna del ministero della Salute, sia nelle province che nella capitale, sono informate che possono riprendere regolarmente il proprio lavoro. L’Emirato Islamico non ha problemi con la ripresa del lavoro”, si legge nella dichiarazione rilasciata dal portavoce Zabihullah Mujahid.