A lanciare l'allarme è stato il prorettore dell'ateneo romano Bruno Botta. Le ragazze erano nella lista del ministro della Difesa per tornare in Italia, ma sono dovute tornare indietro dopo le esplosioni. "Seguiamo la situazione con attenzione" ha dichiarato la ministra dell'Unviersità Cristina Messa, "disponibilità anche ad accogliere studenti e ricercatori afghani rifugiati"
Ottantuno studentesse afghane della Sapienza sono rimaste bloccate a Kabul dopo l’attacco terroristico rivendicato dall’Isis avvenuto tre giorni fa. A lanciare l’allarme è il prorettore dell’ateneo romano, Bruno Botta, in un’intervista al Tgr Rai: “Erano sulla lista del ministero della Difesa per essere trasferite in Italia, ma a causa dell’attentato non sono riuscite a entrare in aeroporto”, ha raccontato il prorettore. “Sono dovute tornare indietro 90 persone dirette in Italia, tra cui 81 studentesse afghane che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza”. Insieme alle ragazze, ha detto Botta, ci sono anche alcuni bambini.
“Dopo l’esplosione – ha spiegato il prorettore – le cose si sono complicate”. La preoccupazione maggiore è “per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi”: nel caso dovessero essere rimandate indietro, infatti, “rischiano rappresaglie”. “La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, quando ce ne saranno”, conclude Botta. “Stiamo seguendo con attenzione la situazione di tutte le studentesse e studenti afghani iscritti presso i nostri atenei, conservatori e accademie” ha dichiarato la ministra dell’Università Cristina Messa all’Ansa. “Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti e gli sforzi per sperare di poterli presto accogliere tutti in Italia”. Nel frattempo, continua Messa, “abbiamo raccolto le disponibilità ad accogliere studenti e ricercatori afghani già presenti fra i primi rifugiati giunti in Italia“. “Come Ministero ci impegniamo a rendere disponibili strumenti e risorse”, conclude la ministra, “affinché ciò possa avvenire il più rapidamente possibile”.