di Stefano Manganini
Sono rimasto piuttosto perplesso comparando le istruzioni governative britanniche e italiane in merito alle normative Covid per intraprendere un viaggio a Malta. Da un lato le istruzioni britanniche: chiare, dritte al punto e con un linguaggio così comprensibile da renderle fondamentalmente a prova d’idiota. Dall’altro quelle italiane: linguaggio giuridico-burocratico, oscuri riferimenti extra-testuali, spostamento verso l’alto sugli assi diafasico (registro linguistico) e diastratico (livello linguistico legato al ceto sociale), assolutamente ingiustificato visto che si tratta di un testo a uso e consumo dell’intera popolazione italiana (e non).
Ritengo di avere buona padronanza linguistica e non ho avuto problemi a comprendere il testo, ma mi chiedo altri avrebbero pensato la stessa cosa. Sono sempre stato un sostenitore del “parlar forbito”, ma non è forse lecito inferire che questo dolce stil novo da burocrate della prim’ora potrebbe essere uno dei motivi del distacco tra cittadino e istituzioni?
Capisco perfettamente la necessità di utilizzare un linguaggio “asettico” per il funzionamento della macchina giuridico-burocratica, ma è davvero necessario replicarlo anche su un sito internet destinato anche (e soprattutto) a chi sta cercando di organizzarsi una settimana di vacanze? La burocrazia, male assoluto del sistema italiano, va combattuta anche in questo, perché rendere le istruzioni governative incomprensibili a una parte della popolazione è l’anticamera per la diseguaglianza che previene il progresso inclusivo e lo sviluppo socioeconomico.
Non ricorda un po’ quando, nella prima guerra mondiale, i soldati di origini umili non sapevano come agire perché gli ufficiali savoiardi impartivano gli ordini in piemontese? O ancora, quando i preti predicavano in latino a contadini che non li comprendevano mentre stringevano le mani ai ricchi e colti proprietari terrieri locali?
Un paese in cui una fascia della popolazione non capisce il linguaggio delle istituzioni – anche solo per andare in vacanza – è un paese destinato a dare vita a una nuova aristocrazia che, sempre e comunque, impedirà il progresso per tutelare i propri interessi di casta. Certo, sarebbe bello un paese in cui tutti sanno comprendere e utilizzare il linguaggio giuridico-burocratico quando necessario, ma nel frattempo non ci si potrebbe venire un po’ incontro?