Mentre in Afghanistan continua il sacrificio di vite umane (un drone americano, cosiddetto intelligente, ha distrutto un’intera famiglia) e il governo talebano procede alla “restaurazione” dei principi islamici, in Italia, sotto l’attuale governo Draghi, si procede celermente alla cosiddetta “normalizzazione”, cioè alla privatizzazione di tutte le fonti di produzione di ricchezza nazionale, sottraendo fraudolentemente al popolo la proprietà pubblica del proprio patrimonio.

Molto significativo, a questo proposito, è il caso Alitalia, la quale con il governo Conte doveva essere trasformata nella nuova compagnia Ita, che, come deliberato nel decreto Rilancio datato 9 ottobre 2020, doveva avere 3 miliardi di finanziamento da parte dello Stato, in modo da costituire, come precisò il ministro dell’economia Gualtieri, una compagnia italiana capace di diffondere l’italianità nel mondo.

Sennonché il grande privatizzatore Draghi, coadiuvato dal Ministro Giorgetti, ha contrastato pesantemente questo obiettivo accordandosi con l’Unione europea in data 20 luglio 2021, e stabilendo non solo il principio della discontinuità tra l’organizzazione della nuova compagnia Ita e Alitalia, considerata come una bad company, ma anche riducendo il finanziamento dello Stato a 1,3 miliardi, in modo che si costituisse una piccola compagnia con solo 2.800 addetti su 11 mila e con solo 52 aerei su 104. Insomma una compagnia appetibile sul mercato e conforme alla parte di Alitalia che voleva comprare Lufthansa.

Sorprende molto negativamente l’atteggiamento passivo dei sindacati, che non si sono opposti a tempo debito a questa penosissima involuzione del programma del governo Conte. Non è da sottovalutare, peraltro, che le richieste di assunzioni ad Ita hanno superato le 10 mila domande senza che ancora si sappia quale sarà il corrispettivo dell’attività svolta.

La furia devastatrice della privatizzazione è impersonata dal Presidente di Ita Alfredo Altavilla, già collaboratore stretto di Marchionne, nominato dal governo Draghi il 16 luglio 2021, il quale sta ispirando la sua azione al principio della discontinuità, trovando una forte sponda sostenitrice nella commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager. In base a tale principio viene cancellato il diritto al lavoro di tutti i dipendenti di Alitalia, le cui domande di assunzione presso Ita sono considerate alla pari di chi non ha mai prestato servizio presso Alitalia.

Da sottolineare inoltre che in questa prospettiva Altavilla avrebbe avuto la baldanza di inviare un ultimatum ai sindacati, imponendo loro un taglio del 30% delle remunerazioni dei dipendenti, minacciando che in caso contrario egli avrebbe deciso con un regolamento aziendale, ovviamente violando in pieno la Costituzione.

È un atteggiamento intollerabile, che tra l’altro danneggia fortemente non solo i dipendenti di Alitalia, ma tutto il popolo italiano, sia perché impedisce il migliore sfruttamento delle rotte aeree, sia perché (e questo è gravissimo) appesantisce fortemente la spesa passiva per la messa in cassa integrazione, fino al 22 settembre 2022, di circa 7500 persone.

Va notato infine che analogo atteggiamento neoliberista si verifica per quanto riguarda l’Ilva, che nonostante il finanziamento statale di un miliardo, di cui già erogati 400 milioni, presenta i suoi conti ancora in rosso, nonostante l’aumento vertiginoso del prezzo dell’acciaio. Il che fa supporre che l’affittuaria Arcelor Mittal, che ancora in gran parte gestisce l’impresa, mira al suo fallimento in modo di non avere concorrenza alle sue altre imprese siderurgiche sparse nel mondo.

Stesso discorso è da fare per il Monte dei Paschi di Siena che il governo Draghi ha posto in vendita per sottrarlo alla proprietà pubblica del popolo italiano.

Devo sottolineare che la privatizzazione di queste fonti di produzione di ricchezza è costituzionalmente illegittima per violazione di principi e diritti fondamentali sanciti in Costituzione e che l’ingerenza dell’Unione europea è altrettanto illegittima perché si tratta di una materia nella quale le norme costituzionali prevalgono sui Trattati.

Invito come al solito il governo ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.

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