Erano circa dieci anni che un esponente del governo israeliano non incontrava il capo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Ed è successo la scorsa notte, a Ramallah, in Cisgiordania, dove il presidente palestinese Abu Mazen ha avuto un faccia a faccia storico con il ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz. La riunione – avvenuta subito dopo il vertice fra il premier Naftali Bennett e il capo della Casa Bianca a Washington da cui non sembravano emersi temi oltre l’Iran – è stata subito attaccata da Hamas, dalla Jihad islamica e da Gaza che l’hanno definita “un passo pericoloso“. Nell’incontro sarebbero state raggiunte importanti intese sui temi caldi, ovvero la sicurezza, la diplomazia, gli affari civili e per rafforzare la disastrata economia dell’Anp.
Bennet, che era a conoscenza del vertice, ha precisato che non si tratta di “un percorso diplomatico con i palestinesi”. Una precisazione rivolta soprattutto, secondo analisti, al suo elettorato di destra. Fatto sta che Abu Mazen e Gantz – prima in un incontro da soli e poi con le rispettive delegazioni – hanno concordato sulla concessione dei diritti di residenza a centinaia di persone che vivono in Cisgiordania senza status legale. Un problema che riguarda soprattutto i matrimoni tra stranieri e palestinesi, ma anche persone di Gaza. Migliaia di richieste di regolarizzazione saranno accolte, ha anticipato Gantz, ma solo per persone in età avanzata e sulla base di criteri da definire.
C’è poi un aspetto economico da non sottovalutare: Israele, infatti, anticiperà circa 500 milioni di shekel (quasi 140 milioni di euro) all’Anp, che si è impegnata a restituirli a giugno 2022 con le tasse che Israele raccoglie per conto dell’Anp e che ogni anno ammontano a oltre 2 miliardi di euro. Israele, dal canto suo, si è impegnato ad autorizzare da subito un incremento di 15 mila permessi di lavoro per manovali palestinesi assieme ad altri mille permessi per dipendenti dell’industria turistica. E’ stato poi convenuto che Israele emetterà permessi di costruzione per case di palestinesi residenti nell’Area C della Cisgiordania, quella per gli Accordi di Oslo sotto pieno controllo israeliano.
Un ventaglio di provvedimenti che ha riavviato un dialogo tra le parti congelato da anni, specie dopo le iniziative dell’amministrazione Trump e sotto la premiership di Benyamin Netanyahu. E che appaiono avere l’effetto di rafforzare la traballante autorità di Abu Mazen rispetto ad Hamas. Non a caso, Gantz stesso ha sottolineato che “più forte è l’Anp, più debole sarà Hamas”. “Maggiore è la capacità dell’Anp di governare e maggiore è la sicurezza che avremo”, ha aggiunto. Da Gaza proprio Hamas ha sostenuto che la riunione di domenica sera prova come l’Anp sia più interessata a mantenere il coordinamento di sicurezza con Israele che a sostenere gli interessi della causa nazionale.