Il governatore della Puglia rivendica, come avvenuto in passato con il M5s, la necessità di 'muoversi' tra gli schieramenti del momento: "In politica in politica la parola chiave è evoluzione, la fissità di una posizione non è indice di intelligenza - dice al Corriere della Sera - L’errore storico delle sinistre è stato sempre pensare che l’umanità debba adattarsi ai nostri ideali e ai nostri sogni"
Matteo Salvini ha “spostato la Lega su una posizione completamente diversa” dopo l’arrivo di Mario Draghi. Parola del presidente della Puglia Michele Emiliano che, il giorno il sorprendente elogio all’ex ministro dell’Interno, conferma la sua posizione in un’intervista al Corriere della Sera. “Ha preso un partito xenofobo, antieuro, antieuropeista, omofobo, con l’utilizzo disinvolto persino di elementi religiosi”, è la versione del governatore dem. Poi l’appoggio all’ex presidente della Bce, spiega Emiliano, è stato uno snodo: “Si sono resi conto che una grande forza politica europea, che sostiene Draghi, non può essere né xenofoba né omofoba”.
Quella Lega, ad avviso di Emiliano, è almeno parzialmente superata: “Nella mia dichiarazione, gli ho detto che ci sono cose su cui ancora non siamo d’accordo. Anche sulla xenofobia e l’omofobia la Lega è in grandissimo ritardo. Ma sta cambiando, ha fatto un salto di elaborazione politica. Come, stando al governo con Draghi, è dovuta cambiare sull’euro e sull’Europa”. Una trasformazione, quella letta tra le righe dal governatore-magistrato, ottenuta anche grazie al Pd che “deve rivendicare questo ruolo”. Salvini, spiega, “va incoraggiato a lasciare le posizioni estremiste”. Qualcosa che sta già avvenendo, sostiene: “Quando Orbàn viene a Roma, non vede lui ma la Meloni. Il Pd è riuscito a costringere il suo principale avversario ad accogliere quasi tutte le proprie posizioni”.
L’apprezzamento – arrivato dopo le polemiche interne al centrosinistra pugliese per il sostegno a Pippi Mellone, sindaco di Nardò, nel Leccese, considerato vicino a CasaPound – viene raffreddato da Emiliano: “Sono un sostenitore di Draghi”. Ma rivendica, come avvenuto in passato con il M5s, la necessità di ‘muoversi’ tra gli schieramenti del momento: “In politica l’immobilità non esiste: anche quando aprii al M5S fui criticato”. E spiega: “L’errore storico delle sinistre è stato sempre pensare che l’umanità debba adattarsi ai nostri ideali e ai nostri sogni. Invece bisogna costruirlo, il cambiamento: è un lavoraccio, eh, ma qualcuno deve farlo”.
“Le critiche che mi facevano sui Cinque Stelle sono le stesse che adesso mi fanno su Salvini – ragiona Emiliano – Poi il M5S ha completato un percorso. Vede, in politica la parola chiave è evoluzione, la fissità di una posizione non è indice di intelligenza”. Un ‘percorso’ passato anche per la presidenza a Giuseppe Conte, definito “una figura politica rilevante” che, nonostante la sua apparizione quasi stupefacente”, ha “dimostrato di sostenere un compito difficilissimo, durante la pandemia e in alleanza col Pd”.