Evidenti falle del sistema di sicurezza hanno fatto sì che l’incendio di domenica nella Torre dei Moro di via Antonini a Milano assumesse delle dimensioni tali da richiedere l’evacuazione di tutti i 15 piani dello stabile e la messa in sicurezza della struttura diventata pericolante. Nello specifico, secondo la Procura del capoluogo lombardo, determinante nell’inchiesta è la mancata attivazione dell’alert per il fuoco e il mancato funzionamento dell’impianto idrico antincendio. Di conseguenza anche i pannelli del cappotto termico dell’edificio che hanno preso fuoco “come fossero cartone”. A testimoniare tutti i malfunzionamenti ci sono i condomini: “Abbiamo iniziato a sentire puzza di bruciato, a vedere il fumo, ma nessun allarme ha suonato”.
Così, a fiamme spente, i vigili del fuoco, coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Marina Petruzzella, sono entrati di nuovo nell’appartamento al quindicesimo piano dove si sarebbe originato il rogo – secondo il video allegato agli atti – poi diffuso per un “effetto camino” in tutta la facciata del palazzo, sfruttando la “camera d’aria” tra la struttura esterna di rivestimento e quella principale. In un modo “mai visto, dall’alto verso il basso”, spiegano gli investigatori, che vanno avanti nelle verifiche sull’innesco dell’incendio. Anche perché, come ha riferito il custode della Torre, l’elettricità nell’abitazione nel mirino “era stata staccata” verosimilmente dal proprietario prima di partire per le vacanze. Proprietario che non è rientrato a Milano dopo il rogo. Il custode ha raccontato che quando è entrato per innaffiare le piante ha provato ad accendere la luce ma non funzionava. Di qui il sospetto che possa esserci stato un cortocircuito. Ma saranno gli investigatori a far luce sulla vicenda anche grazie all’acquisizione di alcuni documenti, fondamentali per risalire alle varie attività di manutenzione e revisione oltre ai documenti prelevati in Comune relativi alla concessione edilizia che ha permesso di realizzare il grattacielo nel 2011. Nel frattempo i vigili fuoco effettueranno le analisi sul materiale utilizzato per il cappotto esterno per verificare un’eventuale discrepanza fra il materiale utilizzato e quello dichiarato nei documenti.
Al momento ci sono 70 famiglie evacuate. I condomini si sono immediatamente riuniti chiedendo di poter “parlare con il sindaco”, Giuseppe Sala, che ha fatto sapere che l’incontro tra l’amministrazione e gli sfollati si terrà venerdì mattina a Palazzo Marino. E sul problema sollevato da alcuni residenti che si sono lamentati di dover sostenere, come condominio, il costo degli alberghi, il primo cittadino ha spiegato che il Comune ha “offerto delle camere in alberghi convenzionati, mentre con il Quark (dove sono alloggiati, ndr) non abbiamo una convenzione e cerchiamo di risolvere”. Intanto i condomini hanno pensato di adoperarsi in maniera autonoma istituendo una raccolta fondi chiamata “aiuto subito per Antonini 32/34” ed è scattata in più forme la solidarietà via social.