Otto anni dopo l’ultima volta, Elisabetta Canalis è tornata in Italia per condurre un programma televisivo. Stavolta, alla guida di “Vite da Copertina” su Tv8. “Perché ho dovuto aspettare tutto questo tempo? Perché quando avrei potuto avere delle possibilità, nel mio momento di massima crescita personale, ho deciso di andare via dall’Italia. Mi sono sposata, ho avuto una bambina. Ho costruito la famiglia che desideravo”, confida a FqMagazine. “Pentita? No, sono cosciente del fatto di avere perso delle possibilità ma aver guadagnato in felicità. Non ho perso delle chance, è vero, ma ho guadagnato qualcosa che lo stare in Italia non mi avrebbe dato. E poi non ho dato il tempo al pubblico di dire ‘Oddio, basta questa Canalis, non ne posso più‘”. Ora Sky punta su di lei per la nuova stagione del magazine dedicato alla vita delle celebrities, che torna in una versione completamente rinnovata. La Canalis si scontrerà contro due colossi della tv del pomeriggio, Barbara d’Urso e Alberto Matano. Quando glielo facciamo notare, lei si lascia andare a una gaffe: “Ognuno farà il suo, e faccio gli auguri a tutti. C’è posto per tutti. Sono in ottimi rapporti con Barbara, mi piace anche Frank Matano”. Gliela perdoniamo, abita in America.
Quando al Corriere della Sera ha detto che “il gossip è stata una persecuzione”, qualcuno ha storto il naso. Ma come, si lamenta di uno strumento che le ha dato visibilità in tutto il mondo? Com’è questa storia?
“Rispondo che il gossip, a volte, è stato aggressivo con me. Non lo sto rinnegando, però non sempre è stato una figata. Spesso sono stata vittima di fotomontaggi creati a tavolino dai giornali, il 50% dei gossip su di me erano completamente inventati. Quando mi lamento del gossip, mi riferisco solo a quest’aspetto. Ho sempre lasciato correre, e non ho mai denunciato nemmeno chi si inventava le notizie. Questo significa che non sto lì a rinnegare”.
Pensa che il gossip abbia aiutato la sua carriera?
“Ma certo che mi ha aiutato, mi ha aiutato moltissimo. Però, con il pacchetto completo del gossip, la tua vita privata non diventa più tanto privata. Altri personaggi, penso alle Kardashian, sulla loro vita privata ci hanno costruito un business. Io non riuscirei a capitalizzare la mia privacy. Col gossip mi sono divertita, dopodiché è diventato anche pesante”.
C’è un’etichetta che il gossip le ha affibbiato e che oggi si vorrebbe scrollare di dosso?
“No, non mi dà fastidio niente. Anche se continuano a chiamarmi velina a 43 anni, è il risultato di un programma di successo. Va bene così. Ho un’identità professionale forte, non mi sento sminuita da niente”.
La sua, come quelle che racconterà in tv, è stata una vita da copertina?
“Sì. Ora è strano trovarsi dall’altra parte della barricata e dover parlare degli altri. Ma, ci tengo a precisarlo, la nostra non è un’intrusione aggressiva nei confronti della vita delle persone. Ci sono tanti aspetti belli della vita degli altri. Il gossip può essere anche positivo anche per chi ne è soggetto”.
Il famoso pollo alla piastra, invece, è stato una persecuzione?
“Ho accettato pure quello, è diventato un piatto di successo (ride, ndr). Vorrei conoscere chi ha scritto e inventato quell’articolo, lo vorrei assumere come mio addetto al marketing – scherza -. Quella persona è riuscita a far diventare popolare un pollo alla piastra… è un genio del male! Apro ufficialmente la ricerca di questa persona, voglio conoscerla”.