Federico Lugato è scomparso dal 26 agosto, ma parenti e amici non si arrendono. Cresce la mobilitazione per trovare il 39enne, originario di Vicenza ma trapiantato a Milano, scomparso durante un’escursione a Forno di Zoldo sulle Dolomiti Bellunesi. Il tempo stringe: le ricerche sul territorio continueranno infatti fino a domenica con elicotteri, droni, unità cinofile e tecnologia a infrarossi. Poi si svolgerà una nuova riunione operativa per fare il punto della situazione. Per ora l’unica speranza arriva dal telefonino di Federico: è stato infatti intercettato un debole segnale dal cellulare del dipendente delle Ferrovie. In alcuni casi, le persone smarrite sono però riuscite a sopravvivere fino a 11 giorni dopo che avevano fatto perdere le loro tracce. Questo viene considerato il limite temporale massimo.
Elena Panciera, la moglie dell’uomo, tenta di tenere vivo l’interesse dei soccorritori e di chiunque possa avere notizie di Federico. Ha diffuso il suo appello su Facebook e ha fatto partire una raccolta fondi per sostenere le ricerche che ha ormai raggiunto i 17 mila euro: «Mio marito è partito da Pralongo di Forno di Zoldo, in provincia di Belluno, giovedì 26 agosto, di mattina (intorno alle 9) per una passeggiata alla baita bivacco Angelini. Da allora non abbiamo sue notizie, lo stiamo cercando. Sto raccogliendo fondi per finanziare pasti e pernottamenti di persone che ci vogliono aiutare nelle ricerche; consulenze informatiche, legali e tecniche. Eventuali fondi in eccesso verranno donati al Soccorso Alpino, i cui volontari si stanno prodigando nelle ricerche».
Al momento non sembrano però esserci novità: “Non capiamo come non ci sia nessuna traccia di Federico. Non capiamo perchè nessuno parli”. Alto 1,80 metri, per la donna Federico sarebbe difficilmente passato inosservato. Al momento della scomparsa indossava una polo bordeaux, una felpa blu con zip e pantaloncini grigio-verdi. Aveva inoltre uno zaino nero e delle bacchette da camminata nere con dettagli gialli fosforescenti e l’impugnatura in sughero.
Le ricerche si stanno concentrando nella zona della Val Pramper, dove si trova l’ultima cella agganciata dal telefono cellulare di Lugato. L’area è impervia e avrebbe potuto presentare dei rischi. Anche se la Prefettura di Belluno dovesse interrompere le perlustrazioni dopo domenica, “Noi ovviamente continueremo a oltranza”, ha spiegato Panciera. Le risorse impiegate sono molte e Federico “E’ allenato, forte di fisico e di testa. Siamo convinti che sia da qualche parte. Vivo, malconcio, che aspetta i soccorsi”.