A pesare è stato il venir meno degli incentivi statali e la crisi nellle forniture dei microchip, che ha già costretto diversi costruttori a diminuire la produzione. Il centro Studi Promotor: " E' la tempesta perfetta dell'auto"
Nuova battuta d’arresto per l’auto ad agosto. Il mese scorso le immatricolazioni nel nostro Paese sono state 64.689, ovvero il 27,3% in meno rispetto ad agosto 2020. Prendendo in considerazione l’intero anno, la crescita è del 30,9% rispetto al 2019, ma in realtà i conti vanno fatti senza Covid, dunque considerando il 2019. E, in questo caso, il saldo da inizio anno risulta decisamente negativo: -20%.
Un calo dovuto “al venir meno del sostegno alle vendite dato dagli incentivi alla rottamazione previsti per il primo semestre del 2021 per le vetture con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 gr/km” e “all’estendersi della crisi nelle forniture di microchip con ripercussioni pesanti sull’attività produttiva e quindi sui tempi di consegna delle autovetture”, secondo il Centro Studi Promotor.
E il trend negativo continuerà, stando alle previsione degli esperti dell’Unrae, che rappresenta i costruttori esteri che operano nel nostro Paese: nei prossimi mesi la situazione del mercato italiano dell’auto “non può che peggiorare visto il rapido esaurimento dell’Ecobonus stanziato dal dl Sostegni bis a favore delle auto elettriche pure e ibride plug-in con emissioni 0-60 g/Km CO2″. L’invito dell’Unrae al governo è quello di rifinanziare gli incentivi a loro destinati, ma anche quelli per le fasce di emissioni superiori, 61-135 g/Km di CO2, “che finora hanno consentito di ottenere eccellenti risultati per rinnovare il vecchio parco circolante”.
In più, tornando a elettriche e ibride plug-in, si è venuta a creare una situazione paradossale, spiegata dal direttore del CSP Gian Primo Quagliano: “Rimangono ancora 57 milioni disponibili per gli extrabonus alle stesse vetture, ma questi extrabonus sono erogabili soltanto a chi beneficia di un ecobonus. Per cui al momento lo stanziamento non è utilizzabile”
E come detto, ad appesantire la situazione è arrivata anche la drastica mancanza di forniture di microchip, che ha già costretto diversi costruttori a diminuire la produzione. “Si è prodotta così una situazione che definire tempesta perfetta sull’auto è assolutamente appropriato”, aggiunge Quagliano.