La Spagna, recentemente indicata dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi come il paese in cui le aziende sono pronte a fuggire, si appresta ad innalzare il salario minimo legale. L’incremento diventerà ufficiale entro la fine dell’anno. Lo ha ribadito oggi il primo ministro iberico Pedro Sanchez, nel discorso di presentazione dei piani del governo dopo la sosta estiva. Attualmente il salario minimo in Spagna è di 950 euro al mese per 14 mensilità. Sanchez ha affermato che le priorità del suo governo, formato da una coalizione tra il Partito Socialista e Unidas Podemos e rinnovato a luglio con un rimpasto storico, sono quelle di “far coincidere la ripresa economica” dopo la pandemia “con più giustizia sociale”, attraverso “l’unità di attori pubblici e privati” e “avanzare con un’agenda riformista grazie ai fondi europei”.
Il capo del governo ha anche garantito che il governo interverrà per aiutare famiglie e imprese alle prese con un forte incremento dei prezzi dell’elettricità, quasi triplicati nell’ultimo anno. Non è ancora chiaro di quanto sarà l’incremento della soglia minima salariale, negli incontri tra governo e parti sociali le cifre sono oscillate tra i 12 in 19 euro in più al mese. A differenza rispetto al Paese iberico e ad altre nazioni europee, in Italia non c’è una norma nazionale che fissa il salario minimo. Contrari anche i sindacati che preferiscono affidarsi alla contrattazione collettiva per garantire dei minimi retributivi. L’Unione europea ha invitato i paesi membri a garantire una soglia retributiva minima lasciando liberi i singoli Stati di decidere il modo più adatto per raggiungere l’obiettivo.