In piena prima pandemia, con l’intero paese in lockdown, piuttosto di nulla ha pensato bene di intascarsi un bel po’ di mascherine (introvabili tra marzo e aprile 2020) destinate invece a una Residenza sanitari per anziani (Rsa). In totale 2.880 dispositivi di protezione. L’indagine deflagrata nell’aprile scorso e coordinata dal pubblico ministero Stefano Civardi ieri è terminata con l’invio agli indagati dell’avviso di chiusura indagini. Dieci pagine e 28 capi d’imputazione contestati, molti dei quali coinvolgono l’ormai ex sindaco del comune di Opera (Milano) Antonino Nucera che ha governato qui per molti anni sempre sotto l’ombrello di Forza Italia e Lega e non sempre con il ruolo di sindaco, ma anche di assessore.
In una intercettazione messa agli atti si legge: “Ascolta sindaco, le mascherine, ne hai rubate un po’ di quelle della Rsa?”. E ancora, quando il sindaco si rivolge a un dipendente comunale: “Ne prendi 500 di quelle mascherine e le porti in comune nel mio ufficio va bene?”. Tra gli indagati che ora rischiano il processo c’è Rosaria Gaeta, già responsabile del settore urbanistico del comune e legata da amicizia a Nucera. Per le mascherine la Procura contesta al sindaco il reato di peculato. Mentre la corruzione che coinvolge Nucera e Gaeta è legata al “favorire le società Marino Costruzioni e Veria srl (…) mediante l’assegnazione di lavori pubblici banditi dal Comune prospettando agli amministratori delle società la possibilità di partecipare ad altri appalti”. In cambio “ricevevano, quale utilità, la ristrutturazione a titolo gratuito dell’immobile di San Donato Milanese acquistato da Rosaria Gaeta ammontante, almeno per la parte quantificata, in 48.889 euro”. Il sindaco, assieme ad altre sette persone, tra funzionari pubblici e imprenditori agricoli proprietari di terreni e cascine, condivide anche l’accusa di traffico illecito di rifiuti.
Tra le varie attività “criminali” contestate l’aver depositato fresato d’asfalto su un terreno della Croce rossa con l’ok del sindaco. Inoltre venivano falsificate le bolle di trasporto. In generale “gestendo abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti pari a oltre 5462 metri cubi e conseguendo un ingiusto profitto”. Corruzione, peculato, traffico illecito di rifiuti. Ma non solo. Al sindaco di Opera la Procura contesta anche la falsità ideologica per aver, in concorso con l’allora capo dei vigili pro tempore di Opera, redatto “una falsa attestazione” per evitare di pagare una sanzione stradale presa da Nucera mentre era alla guida di un’auto del comune. Gli episodi di questo tipo contestati nell’avviso di chiusura indagini sono più di uno.
Nucera è anche indagato per truffa in relazione al suo ruolo di direttore dei servizi generali amministrativi (Dsga) presso l’istituto professionale per il commercio Bonaventura Cavalieri di Milano. In sostanza, scrive la Procura, Nucera “induceva in errore l’amministrazione sul proprio stato lavorativo come Dsga (…). Con questi artifizi – si legge ancora nel documento – incassava mensilmente contemporaneamente lo stipendio di Dgsa, pur essendo in aspettativa non retribuita, e l’indennità piena di sindaco, pur percependo lo stipendio in relazione all’incarico presso l’istituto di istruzione, da cui riceveva indebitamente la somma complessiva di 59mila euro”.
Non manca nemmeno la contestazione del reato di turbata libertà nella scelta del contraente. Questo in relazione a un bando di gara relativo al rifacimento di un centro sportivo. Qui, scrive il pm, imprenditori e pubblici amministratori “colludevano tra loro”. Infine risultano ben nove le società coinvolte nell’indagini e ora indagati per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa.