In collegamento al convegno dei renziani, il ministro della Transizione ecologica ha aperto di nuovo al nucleare e attaccato gli "ambientalisti radical chic" che "sono peggio della catastrofe climatica". La reazione del presidente M5s: "Chiarimento in programma il 14 settembre sui progetti e le politiche per l’ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate all'evento di Italia viva"
Le dichiarazioni di Roberto Cingolani su nucleare e “ambientalisti radical chic” che “sono peggio della catastrofe climatica” provocano la reazione di Giuseppe Conte. Il presidente del M5s ha annunciato di avere “in programma un incontro per il 14 settembre con il ministro della Transizione Ecologica“. Conte ha spiegato che quello con Cingolani sarà “un chiarimento sui progetti e le politiche per l’ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate a un evento organizzato da Italia viva“. Ma non solo. Hanno replicato al ministro anche gli attivisti Fridays for future: “Almeno non siamo così oltranzisti o radical chic da pensare che la crisi climatica possa essere risolta dai governi e dalle compagnie fissando obiettivi vaghi, distanti nel tempo e ipotetici”, hanno scritto in un Tweet rilanciato sul profilo nazionale del gruppo.
Possono chiamarci “oltranzisti” o “radical chic”, ma almeno non siamo così oltranzisti o radical chic da pensare che la crisi climatica possa essere risolta dai governi e dalle compagnie fissando obiettivi vaghi, distanti nel tempo e ipotetici.#Cingolani #AffrontateOgniCrisi
— Fridays For Future Chieri | #24settembre (@FFF_Chieri) September 2, 2021
Le dichiarazioni di Cingolani sono destinate a fare molto rumore e hanno spinto all’intervento di Giuseppe Conte. Il riferimento dell’ex premier è proprio per le parole pronunciate ieri dal ministro in collegamento al convegno dei renziani a Ponte di Legno. Cingolani, infatti, ha attaccato gli ambientalisti definendoli “oltranzisti“: “Sono parte del problema – ha detto l’esponente del governo Draghi – E spero che rimaniate aperti a un confronto non ideologico, che guardiate i numeri. Se non guardate i numeri rischiate di farvi male come mai successo in precedenza”. Parlando all’evento di Italia viva Cingolani è anche tornato su un altro tema molto discusso: il nucleare. Tema su cui si era esposto a maggio scorso, provocando le critiche dei Verdi italiani che avevano ricordato come “il nucleare sia stato bocciato dagli italiani con ben due referendum”. “Mai come in questo momento bisogna essere laici”, ha sostenuto ancora ieri il ministro. “A me della parola nucleare non interessa nulla. Io voglio energia sicura, a basso costo e senza scorie radioattive. Se è nucleare di quarta generazione diventa semantica. E’ vietato nell’interesse del futuro dei nostri figli ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia. Quando avremo i numeri decideremo”. In tema di nucleare, ha continuato, “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia”.
Ministro, siamo così idealisti da chiedere un futuro vivibile.
Ci scusi se vogliamo vivere.#Cingolani
— Fridays For Future Italia (@fffitalia) September 2, 2021
E visto che le dichiarazioni di Cingolani, che hanno provocato la reazione di Conte, sono stati rilasciate all’evento di Italia viva, Matteo Renzi ne approfitta per inserirsi nel dibattito e provocare l’ex premier: “Speriamo che il ministro gli porti le slide mostrate ieri agli studenti della scuola di formazione di Italia viva e che Conte abbia la possibilità di imparare qualcosa di nuovo e di rifletterci sopra”, ha detto l’ex segretario del Pd da Ponte di Legno.
Quello sul nucleare, in effetti, è solo uno dei dossier che hanno costituito argomento di scontro tra il ministro e gli ambientalisti: dalle trivelle agli inceneritori fino alle auto elettriche. Tanto che gli attivisti di Fridays for future lo hanno accusato di “lavorare per interessi diversi da quelli della scienza”: “Protegge gli interessi dell’industria”, è stata una delle tante denunce. Un bel problema per un ministro che è stato scelto e voluto da Beppe Grillo. Nel febbraio scorso, infatti, il fondatore del M5s aveva subordinato l’appoggio del Movimento al governo di Mario Draghi alla creazione di un ministero della Transizione ecologica.
Un dicastero che, col consenso dello stesso Grillo, era stato poi affidato allo stesso Cingolani. In sette mesi da ministro, però, il ministro della Transizione ecologica ha già provocato numerosi malumori dentro il Movimento 5 stelle, tanto che nel luglio scorso Conte aveva dovuto rinnovare pubblicamente la sua fiducia nei confronti del ministro. Le parole pronunciate all’evento dei renziani, però, hanno evidentemente fatto cambiare idea all’ex presidente del consiglio. Da qui l’annuncio sul “chiarimento” relativo alle politiche ambientali. Un incontro, quello del prossimo 14 settembre, che si preannuncia importantissimo per la maggioranza, visto che i 5 stelle sono comunque la forza politica più numerosa in Parlamento tra quelle che sostengono l’esecutivo.