“Se fossero in vita Falcone e Borsellino immagino che salterebbero dalla sedia leggendo il termine ‘improcedibilità‘ in questa riforma, perché vuol dire che il 50% dei processi in appello, dove c’è stata già una condanna in primo grado, non si possono celebrare. Quindi penso che resterebbero sconcertati come lo sono tanti di noi. Una forte percentuali di imprenditori, soprattutto nel campo della ristorazione, non sono in grado di riaprire, stanno agonizzando.” Così Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha commentato la riforma della giustizia promossa dalla ministra Marta Cartabia all’incontro “Trame 10, festival dei libri” a Lamezia.

Questa riforma è un disastro sul piano del contrasto ai reati, non solo ai reati di criminalità organizzata – ha continuato Gratteri – C’è stata una mediazione con i partiti che partecipano al governo. Nella realtà è sempre una mediazione al ribasso. Si dà la possibilità di andare oltre i due anni in appello e oltre l’anno in Cassazione a reati come l’associazione a delinquere di stampo mafioso o i reati sessuali. Però, per fare un esempio, questo governo ha istituito istituito il Ministero per la Transizione ecologica, però nell’elenco mancano i reati ambientali, corruzione, concussione, peculato: reati che stanno gomito a gomito con la politica e con i faccendieri. Faccio un altro esempio: immaginate un operaio cade dal quarto piano e viene condannato il datore di lavoro, è ovvio che questo processo in appello non si farà mai, andrà in coda. Mi devono spiegare quando avranno ristoro la vedova e i figli. Quando avranno giustizia? A questo dovrebbe rispondere il governo che ha proposto questa legge”.

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