Il titolare all'Istruzione, intervenendo in conferenza stampa, ha annunciato che non serviranno le protezioni in classe quando tutti gli alunni saranno immunizzati. Mentre il collega dei Trasporti ha garantito che si valuterà la necessità di nuovi investimenti a livello locale
“Dove ci sono classi di vaccinati si possono togliere le mascherine e si può tornare a sorridere”. L’annuncio, che ufficializza le indiscrezioni dei giorni scorsi, è arrivato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, durante la conferenza a Palazzo Chigi insieme al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai colleghi ministri Enrico Giovannini e Roberto Speranza. “Le regole” a scuola “sono quelle del Cts: mascherina, distanziamento e regole di igiene fondamentale”, ha detto. Così mentre il premier, parlando con la stampa, ha annunciato che si valuterà l’estensione del Green pass e che si va verso l’obbligo vaccinale, il titolare al dicastero all’Istruzione ha parlato delle norme di sicurezza messe in campo per il rientro in classe. “Quest’estate non abbiamo passeggiato”, ha detto Draghi rivendicando l’impegno dell’esecutivo sul fronte scolastico per garantire il rientro in presenza.
L’altro nodo che maggiormente preoccupa è quello dei trasporti. E a questo proposito è intervenuto il collega Giovannini: “C’è una fortissima collaborazione con le regioni in particolare sul trasporto pubblico locale”, ha assicurato. Il ministro ha quindi sottolineato che “è una sfida difficile e oggi termina la scadenza entro la quale le Regioni e le province autonome ci devono inviare i loro piani per il potenziamento dei servizi”. Si tratta di un potenziamento che avviene sulle scelte dei tavoli prefettizi, ha spiegato Giovannini ricordando che “nel primo semestre, sulla base dei 250 milioni euro che sono stati utilizzati dalle Regioni, c’è stato un potenziamento nelle ore di punta del 15-20% dei servizi, per il secondo semestre il governo ha messo a disposizione 618 milioni di euro, oltre il doppio”. Quindi, “valuteremo naturalmente questi piani” ha aggiunto sottolineando che “il decreto approvato oggi chiarisce che i fondi per i servizi aggiuntivi possono essere anche utilizzati per il potenziamento dei controlli. Nei prossimi giorni ci confronteremo con le Regioni su piani inviati per valutare eventuali necessità ulteriori”.
Bianchi ha anche dato i primi numeri sulle riaperture delle classi: “Ieri, primo settembre, tutte le nostre 8.500 scuole hanno riaperto con il mandato di portare dal 13 settembre tutti i ragazzi in presenza e in piena sicurezza. Questa operazione è avvenuta con un lunghissimo lavoro preparatorio che risale alla primavera, quando avevamo deciso con forza di riportare i ragazzi in presenza. Poi abbiamo fatto gli esami: 1,1 milioni di ragazzi quelli di terza media, 570mila quelli di maturità e 540mila per il diploma. E durante l’estate tutte le nostre scuole hanno lavorato”. Il riferimento è al piano estate, per il quale non sono mancate forti critiche nei mesi scorsi: “Abbiamo finanziato 32.500 progetti che hanno permesso di recuperare 1.650.000 ore di lezione di scuola, soprattutto in attività di carattere linguistico e matematico, ma anche per il ritorno del vivere assieme. Questo ci ha permesso di arrivare a settembre con una grande voglia e una grande partecipazione di tutti, espressa da due dati: il 91,5% del personale si è vaccinato e i ragazzi aumentano giorno dopo giorno sempre di più, soprattutto quelli fra i 16 e i 19 anni. Il commissario Figliuolo farà un’operazione di screening fra i 6 e i 14 anni, in modo da garantire anche i ragazzi più piccoli”.
Altro nodo cruciale è quello che riguarda il personale della scuola. “Abbiamo lavorato moltissimo secondo il mandato dato dal presidente, cioè sulle persone, sugli insegnanti, facendo i concorsi, e con neanche una sanatoria”, ha detto Bianchi. “Facendo i concorsi abbiamo messo in ruolo quest’anno 59mila insegnanti, l’anno scorso erano stati 19mila, quindi sono tre volte tanto. Di questi, abbiamo inserito 13.908 insegnanti di sostegno, l’anno scorso erano 1.778. Non solo, abbiamo già attivato anche tutte le procedure che si concluderanno in settimana per le supplenze annuali. Abbiamo avviato i concorsi per l’anno prossimo in modo di concludere in due anni completamente la tematica del tempo indeterminato. E nel decreto di agosto abbiamo messo l’impegno di far partire concorsi regolari ogni anno per poter sostituire il turnover previsto fino al 2030″.