"Non è tanto mangiare carne, dipende da come viene allevata la bestia", sostiene. Il "pascolo, se fatto bene, è vantaggioso" per più di un motivo, si legge nel suo libro Defending Beef. "Oggi so cose sull'agricoltura che non sapevo e mi rendo conto che per molti attivisti è così..."
Una storia che lei stessa ha raccontato al Guardian. Una ‘svolta’ alla quale siamo disabituati: ben più facile che accada il contrario. Nicolette Hahn è stata vegetariana per 33 anni. Oggi l’avvocato ambientalista che si batteva contro l’inquinamento causato dalla produzione industriale di carne negli Stati Uniti, ha un allevamento di bestiame. Come? L’amore. Il marito contadino ha una tenuta e lei, dopo averci lavorato per quasi vent’anni, due anni fa ha cominciato a mangiare carne. L’incontro con il marito a New York, davanti a un caffè, e poi via verso la costa del Pacifico: “Ho detto a Bill che mi sarebbe piaciuto lavorare al ranch e lui è rimasto scioccato, all’epoca ero ancora vegetariana… Io volevo imparare tutte le cose che ci sono da fare in una fattoria“. Ora dice che “non è la mucca, è come” (“It’s not the cow, it’s the how“) e ce l’ha addirittura stampato sulla maglietta. Che è come dire: non è tanto mangiare carne, dipende da come viene allevata la bestia. Il “pascolo, se fatto bene, è vantaggioso” per più di un motivo, si legge nel suo libro Defending Beef. “Oggi so cose sull’agricoltura che non sapevo e mi rendo conto che per molti attivisti è così”.