Botta e risposta tra la politica, il Co.g.i. (Comitato Collaboratori di Giustizia) e alcuni cittadini di Ostia e il trapper Niko Pandetta invitato il 17 settembre ad una rassegna musicale della città. Il diretto interessato è il nipote del boss catanese Salvatore Cappello, sottoposto al regime speciale di detenzione 41 bis dal 1993
Bufera sulla rassegna “Villaggio dello sport – X Village“, in programma fino al 30 settembre sul lungomare di Ostia. Sul palco della rassegna il 17 settembre è previsto il trapper neomelodico Niko Pandetta ma sia la politica che alcuni cittadini hanno protestato perché è il nipote del boss catanese Salvatore Cappello, sottoposto al regime speciale di detenzione 41 bis dal 1993. Capello è stato un vero e proprio protagonista della guerra di mafia a Catania tra gli Anni 80 e 90. Il trapper aveva dedicato nel 2016 una canzone allo zio dal titolo “Dedicata a te”. Alcuni versi sono inequivocabili: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”.
A sollevare le proteste è stata Maricetta Tirrito, portavoce del Co.g.i. (Comitato Collaboratori di Giustizia), che ha diffuso le foto dell’evento sui social, denunciandone l’inopportuna partecipazione: “Il X Municipio si appresta ad ospitare un concerto di Vincenzo Niko Pandetta, ex cantante neo melodico catanese convertito al trap che anni fa ha dedicato una canzone allo zio, Salvatore Turi Cappello, uno dei più potenti boss catanesi, al 41 bis. Non è questa l’immagine che dobbiamo dare di Ostia”. E ancora: “Scegliere come nome di punta per i concerti di fine estate un ragazzo che dedica una canzone ad un esponente di spicco della criminalità organizzata, di certo non può passare come ‘normale’. È un concerto che getta l’ennesima ombra su questo territorio, che può essere dissipata se Niko prendesse dal palco posizioni serie contro la mafia, se condannasse quel metodo criminale di penetrare la vita quotidiana della brava gente, se – ad esempio – scegliesse di cantare ‘Pensa’ di Fabrizio Moro, nota per il refrain ‘Prima di sparare pensa’. Insomma, un gesto pubblico per dire no a qualunque tipo di mafia”.
Il trapper ha risposto direttamente sul suo profilo Facebook: “Dovrei essere preso d’esempio come rivalsa ma i giornali e molti altri organi preposti, in svariate regioni d’Italia provano ad intralciare il mio lavoro, i miei live show. Ho ribadito molte volte che grazie alla musica sono una persona nuova e diversa dal passato. Continuano ad additarmi determinate accuse alle quale ho dato ampie risposte e spiegazioni nel corso degli anni. Il brano che mi si contestualizza (‘Dedicata a te’, ndr) è stato rimosso dalle scalette dei miei Live Show ben 5 anni fa. Quindi trovo queste accuse infondate. Ribadisco che potrei essere d’esempio per molti giovani che hanno vissuto o vivono la realtà che ho vissuto anche io. Ringrazio Dio per avermi dato una seconda possibilità. Credendo in me stesso coltivando le mie doti e passioni”.
Poi su Instagram è tornato sull’argomento: “Sono nato e cresciuto in strada, nella mia vita ho commesso molti errori e li ho pagati sempre a caro prezzo. Quando sono tornato in libertà ho inciso il mio primo singolo ed ha avuto un enorme successo ed ha suscitato a molte critiche. Ma ero un ragazzo diverso avevo la testa altrove. Oggi ringrazio sempre di essere cambiato e che l’unica passione che avevo da bambino mi ha salvato dalla strada e permesso di realizzare alcuni dei miei sogni”.